Riassunto analitico
Lo scopo del presente elaborato è di condurre un’analisi qualitativa riguardo le strategie di internazionalizzazione adottate da alcune imprese del settore tessile e abbigliamento di Carpi e quale approccio hanno seguito per sopravvivere alla crisi che il settore sta vivendo, provocata dall’avvento della globalizzazione e dalla forte competizione dei prodotti cinese. Il distretto di Carpi ha, infatti, registrato un declino in termini di numero di imprese, impiegati e fatturato a partire dagli anni ’90, la cui causa sembra essere l’ingresso di nuovi protagonisti sul mercato, specialmente provenienti dall’Asia, che dominano lo scenario globale del settore tessile. Ai fini della presente analisi, a quattro aziende del distretto è stato sottoposto un questionario composto da cinque domande aperte. Le aziende, Veronica Effe, Glo’DiModa, Anna Falk e Gaudì Trade, sono rispettivamente di piccola, medie e grande dimensioni, in modo tale da raccogliere distinte prospettive riguardo a come la globalizzazione è stata percepita e quale impatto ha avuto sui loro business. I risultati hanno mostrato che tutte le imprese in analisi hanno adoperato modalità di esportazione come strategia iniziale di entrata nel mercato estero, con partecipazione a fiere di settore. Le imprese di piccole e medie dimensioni hanno, specialmente, risentito dell’entrata sul mercato di paesi a basso costo di manodopera come la Cina, in particolare, i quali offrono i loro prodotti a prezzi competitivi, che non possono competere con quelli prodotti a Carpi. Le strategie di risposta principali delle imprese più piccole comprendono una riduzione della qualità e dei ricarichi oppure il puntare sull’unicità e qualità che ha sempre contraddistinto i prodotti del distretto. Gaudì, d’altro canto, ha tratto vantaggio dalla globalizzazione e ha trasferito i suoi impianti di produzione in Asia. I cambiamenti riguardanti la struttura di un’azienda e la mentalità del consumatore sono percepiti come gli effetti più importanti che la globalizzazione ha avuto sulle imprese. Un ritorno alla tradizione e ai valori del distretto carpigiano, che hanno sempre permesso al distretto di distinguersi nel suo settore, appare essere la unica soluzione per sopravvivere in un mondo competitivo e globalizzato come quello di adesso. Il presente elaborato offre approfondimenti riguardo a come le imprese del distretto tessile e di abbigliamento di Carpi hanno realmente fatto fronte alle avversità nate come conseguenza della globalizzazione. Possibili opzioni di ricerca futura vengono ipotizzate.
|
Abstract
The aim of this work is to conduct a qualitative analysis about which internationalization strategies a selection of firms of Carpi’s textile and clothing district adopted and which plan and approach they followed in order to survive the crisis their sector is witnessing, resulting from the advent of globalization and from Chinese products’ strong competitiveness. Indeed, Carpi’s district registered a decline in terms of number of firms, employees and turnover starting from the 90s, which is believed to be due to the entry of new protagonists in the textile and clothing industry in the global market, especially from Asia. For the purpose of this study, a questionnaire consisting of five open questions was submitted to four firms, namely Veronica Effe, a small firm, Glo’DiModa, Anna Falk, both small-medium size firms and, finally, Gaudì Trade, a large company. Firms of distinct dimensions were selected, so as to collect different perspectives on how globalization was perceived, and which impact it had on their businesses.
The results showed that all the firms taken into analysis utilized export modes as initial entry strategy in the foreign market, with participation in fairs as first stage. Small and medium size firms especially suffered from the entry of low labor costs countries in the market, China in particular, which offer their products at competitive prices, not comparable with the ones manufactured in Carpi. The main reaction strategies of smaller firms included either a reduction in quality and in the mark-ups or an aiming for the uniqueness and quality that make Carpi’s products stand out. Gaudì, conversely, took advantage of globalization and transferred their production facilities to Asia. The main impact that globalization had on the firms was perceived to regard the firm’s structure, now involving experts and more organization, and consumers’ mentality. A return to Carpi’s tradition and values, which permitted the district to distinguish itself in its sector, appears to be the only solution to survive in a globalized and competitive world.
This work offers insights into how firms in Carpi’s textile and clothing district actually coped with the adversities that globalization implicated. Avenues for future research are also discussed.
|