Riassunto analitico
Il seguente lavoro è dedicato allo studio della traduzione della letteratura per l’infanzia e si pone come obiettivo principale quello di individuare quali stimoli, sfide e caratteristiche presenta questo tipo di traduzione e quali sono le competenze necessarie per affrontarla. Lo studio parte da una serie di premesse teoriche riguardanti la traduzione letteraria in generale e si sofferma in modo particolare sull’importanza del concetto di critica produttiva di Antoine Berman. Successivamente viene presentata la teoria del polisistema letterario di Even Zohar e viene discussa la posizione della letteratura per l’infanzia tradotta all’interno del polisistema. Un’attenzione particolare viene dedicata al problema della definizione della letteratura per l’infanzia e alla sua duplice natura: educativa e letteraria. Questa tesi, inoltre, si focalizza sull’evoluzione degli approcci traduttivi di tipo prescrittivo verso quelli di tipo descrittivo e sullo spostamento dell’attenzione dal testo di partenza a quello d’arrivo. La tesi prosegue con una dettagliata riflessione sul fatto che non esiste un concetto d’infanzia universalmente valido, ma, al contrario, esso è sempre dettato storicamente e culturalmente. Anzi, non solo la visione dell’essere bambino cambia da società a società e da epoca ad epoca, ma anche da individuo a individuo. La studiosa finlandese Riitta Oittinen sottolinea come l’immagine del bambino che vive nella mente del traduttore vada inevitabilmente ad influenzare la sua traduzione. Anche la scelta tra la strategia addomesticante o quella straniante, di cui parla Venuti, verrà fatta sulla base dell’immagine del bambino dettato dalla società, ma sarà anche condizionata dal bambino interiore che il traduttore si porta dentro. Altri temi fondamentali di questo lavoro sono l’asimmetria di potere tra adulti e bambini che caratterizza la letteratura per i giovanissimi e la censura che ne consegue. A proposito della censura, la letteratura per l’infanzia contiene numerosi tabù imposti dagli adulti. Il corpo è le sue funzioni rappresentano uno di questi. Eppure la fisicità, secondo Oittinen ed O’Sullivan, è un tema molto affascinante agli occhi di bambini. Del resto, il mondo dell’infanzia ha molto in comune con il mondo carnevalesco, in cui la corporalità è di centrale importanza. Tale somiglianza tra la cultura infantile e la cultura del carnevale viene suggerita a Oittinen grazie al testo critico di Bakhtin L'opera di Rabelais e la cultura popolare. Nella sua riflessione sulla traduzione per l’infanzia anche O’Sullivan si ispira alle teorie di Bakhtin, espresse in un altro suo lavoro - Dostoevskij. Poetica e stilistica. Per la studiosa, un bravo traduttore della letteratura per l’infanzia dovrebbe ispirarsi al concetto bakhtiniano di polifonia e dovrebbe far sentire nella sua traduzione non solo la sua voce, ma anche le voci del testo originale. Dopo una lunga riflessione sulle diverse teorie riguardanti la traduzione della letteratura per l’infanzia, in questa tesi viene proposta una traduzione dal tedesco all’italiano di alcune parti del libro dell’autore austriaco Bradley Buxbaum Kaktus Kid und die brennende Geisterkutsche. Il libro è stato pubblicato a Berlino nel 2014 e non è ancora stato tradotto in italiano. Il lavoro di traduzione qui proposto ha permesso di vedere concretamente come impegnativo sia tradurre per bambini, quanta attenzione debba essere dedicata agli aspetti come la leggibilità, la scorrevolezza e il ritmo del testo e quanta preparazione e creatività siano richieste. Il lavoro pratico ha evidenziato come tradurre per bambini non possa essere in nessun modo considerato meno arduo, stimolante o complesso di quanto lo sia tradurre per adulti e, soprattutto, come la traduzione per l’infaznia costituisca in realtà un settore scientifico ben specifico che merita un’attenzione maggiore nell’ambito accademico.
|
Abstract
The following paper is dedicated to the study of children’s literature translation. The main purpose of this contribution is to identify which obstacles, challenges and peculiarities are typical for this kind of translation and what are the skills and competencies necessary in order to produce an appropriate translation for children.
This study is based on a set of theoretical premises concerning literary translation in general and focuses in particularly on Antoine Berman’s notion of productive criticism. Furthermore, in this paper, Even-Zohar’s polysystem theory has been taken into consideration and the position of translated children’s literature inside the polysystem has been discussed. Special attention has been devoted to the issue of children’s literature definition and to its dual nature: educational and literary. Moreover, the shift from prescriptive to descriptive approaches to translation have been illustrated and the change of orientation from the source text to the target text has been analysed.
This paper attempts to show how a universally valid concept of childhood cannot exist and how, on the contrary, it is historically and culturally determined. The image of childhood indeed varies not only from society to society and from time to time, but also from person to person. The Finnish scholar Riitta Oittinen underlines how the individual translator's image of childhood will inevitably influence her or his translation. The choice between the strategy of domestication or foreignization, proposed by Lawrence Venuti, will also be made according to the translator’s personal image of childhood and to the image of childhood existing in her/his time and society.
A further key issue of the following study concerns the imbalance in power between adults and children existing in the field of children’s literature. The main consequence of such an asymmetry is censorship and the imposition of a set of taboos. The body and its functions are one of them. Yet, as suggested by Oittinen and O’Sullivan, the physicality is a very fascinating issue for children. This is a common point between the culture produced by children and the carnival culture. Oittinen stresses such a resemblance, after having taken into consideration Bakhtin’s ideas about carnival, expressed in Rabelais and His World. A further work by Bakhtin - Problems of Dostoevsky's Poetics - had inspired O’Sullivan, who beliefs that a good translator should provide a polyphonic translation. This means that both the translator’s voice and the author’s voice should be clearly recognizable in the translation.
After a detailed overview of the major theories concerning children’s literature translation and after an analysis of its distinctive features, a translation of some parts of Bradley Buxbaum’s book Kaktus Kid und die brennende Geisterkutsche from German to Italian has been provided. Buxbaum is an Austrian author but the book was published in Berlin in 2014. It has not been translated in Italian yet. The partial translation and its analysis included in this study show how challenging it is to translate for children, how extremely important are rhythm and readability of the target text and how much preparation and creativity are required in order to provide a good text for children. This practical part of the paper has clearly shown that translating for children is just as difficult and demanding as translating for adults. In addition, it requires some specific skills and competencies and, therefore, should be recognized as a distinctive branch of knowledge.
|