Riassunto analitico
Nell’elaborato è trattato il tema del velo islamico rapportato al principio di laicità francese per poi arrivare alle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo. Partendo dal 1882 con la legge di Jules Ferry, Ministro della pubblica istruzione e belle arti, arriva in Francia la laicizzazione dei programmi scolastici e successivamente con la legge del 1886 anche il personale scolastico doveva essere espressamente laico. Nel 1905 con la legge di separazione stato-chiesa, si ha in tutti i campi la separazione dei due poteri. La Francia può definirsi ufficialmente come stato laico, a partire dall’approvazione della Costituzione nel 1946 nella quale aveva introdotto nel suo secondo articolo la parola “laica” in riferimento alla Repubblica, che riporterà anche nella Costituzione successiva del 1958. Il processo di elaborazione del principio non si arresta e viene organizzata la Commissione Stasi composta da 20 membri, ha come presidente Bernard Stasi ex ministro e viene indetta dal Presidente della Repubblica Jaques Chirac in seguito ad eventi che hanno dato modo di mettere in discussione la definizione di laicità. La causa principale di queste nuove problematiche è il crescente fenomeno dell’immigrazione che rende inevitabili gli scontri con altre realtà religiose, soprattutto con quella musulmana; la Commissione è chiamata a discutere di questi problemi emergenti, tuttavia pur cercando di dare risposte eque non riuscirà a mettere un punto alla questione, soprattutto per quanto riguarda il problema del velo, il più sentito in quegli anni. La questione era iniziata già nel 1989 in un collegio di Creil con due ragazze che vengono espulse perché rifiutavano di togliere il velo, sul caso si pronuncia il Consiglio di Stato che vieta ogni simbolo che potesse costituire un atto di pressione, provocazione, di proselitismo o propaganda. Da qui in poi, visto che casi simili crescevano sempre più, verranno elaborate due leggi, la prima, 228/2004 aveva come scopo quello di vietare il velo nei locali scolastici, la seconda 1192/2010 prevedeva che nello spazio pubblico non poteva essere nascosto il viso ed era affiancata da una circolare che ne chiariva l’applicazione. Il problema del velo però non si limita ad essere trattato all’interno della Francia, ma si allarga alla questione europea dal momento in cui molte donne non potendo indossare il velo si ritengono lese da questa limitazione e si rifanno all’art. 9 Convenzione europea dei diritti dell’uomo del 1953, che protegge la libertà di pensiero, coscienza e religione. Molte donne musulmane pertanto dopo l’iter legale interno non sentendosi rappresentate nei loro diritti decidono di adire la Corte europea, anche se inutilmente perché non vien mai rilevata una violazione dell’art.9 della Convenzione.
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