Riassunto analitico
INTRODUZIONE: La regolazione della pressione arteriosa riveste un ruolo fondamentale nell’ambito della patologia cerebrovascolare, non solo a livello preventivo, ma anche prognostico. Attualmente, tuttavia, non è ancora possibile definire la gestione terapeutica ottimale della pressione arteriosa durante le fasi acuta e subacuta dell’ictus ischemico, sia a causa dei molteplici risultati discordanti riportati dagli studi inerenti la fase acuta, sia a causa della notevole carenza di ricerche cliniche relative alla fase subacuta dell’ictus. La presente tesi si pone lo scopo di valutare il significato prognostico della pressione arteriosa rilevata durante le fasi acuta e subacuta dell’ictus, mediante lo studio della relazione esistente tra l’andamento temporale dei vari parametri pressori e l’esito dell’ictus. In particolare, ci si è posti l’obiettivo di identificare quale parametro pressorio rilevato durante le fasi acuta e subacuta dell’ictus risulti maggiormente determinante per l’esito funzionale a 3 mesi dall’esordio della patologia. MATERIALI E METODI: In questo studio osservazionale prospettico, è stato analizzato un campione di 95 pazienti ricoverati per insorgenza di ictus ischemico presso la Stroke Unit dell’Unità Operativa di Neurologia del Nuovo Ospedale S.Agostino-Estense di Baggiovara, nel periodo compreso dal 10 gennaio 2013 al 10 maggio 2013. Per ciascuno dei 95 pazienti, è stato effettuato un monitoraggio pressorio, trasponendo in un database le rilevazioni pressorie ottenute a partire dall’accesso in Stroke Unit e proseguite in reparto. Il numero dei giorni di rilevazioni pressorie arriva ad un massimo di 10 giorni. Durante la degenza in Stroke Unit, la pressione arteriosa è stata misurata usando un sistema di monitoraggio non invasivo nelle 24 ore, in cui il bracciale pneumatico è in grado di rilevare, ad intervalli temporali preimpostati, la pressione arteriosa, visualizzandola sul monitor. Durante la degenza ordinaria, sono state effettuate almeno due rilevazioni pressorie giornaliere (mattino e sera) per paziente, mediante l’utilizzo dello sfigmomanometro. Per la valutazione dell’esito dell’ictus, si è utilizzato un metodo dicotomico, che ha preso in considerazione sia il punteggio ottenuto tramite la scala NIHSS in fase acuta sia il punteggio mRS ottenuto a 3 mesi dall’esordio dell’ictus. RISULTATI: La pressione arteriosa differenziale rilevata nella fase acuta e subacuta dell’ictus ischemico è risultata maggiore nei pazienti con esito sfavorevole rispetto a quella dei pazienti con un buon esito a 3 mesi. Un’analisi di regressione logistica ha confermato che valori medi elevati di pressione differenziale rilevati in fase subacuta sono associati ad esito infausto a 3 mesi dall’esordio. CONCLUSIONI: Livelli elevati di pressione arteriosa differenziale nella fase subacuta dell’ictus ischemico potrebbero essere un predittore indipendente dell’esito funzionale a 3 mesi dall’esordio dell’ictus ischemico.
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Abstract
BACKGROUND AND PURPOSE: The regulation of blood pressure plays an important role in the context of cerebrovascular disease, not only in its prevention, but also in its prognosis. Currently, however, it is not yet possible to define the optimal therapeutic management of blood pressure during the acute and subacute stage of ischemic stroke, either because of the many conflicting findings reported by previous studies on the acute phase, either because of the considerable lack of research clinical trials relating to the subacute phase of stroke.
This prospective observational study aims to investigate the effect of different blood pressure parameters on long term functional outcome of ischemic stroke.
METHODS: It has been analyzed a sample of 95 patients hospitalized for ischemic stroke in the Stroke Unit of Neurology at Nuovo Ospedale Sant'Agostino - Estense in Baggiovara, between 10 January 2013 and 10 May 2013. For each patient, a blood pressure monitoring was performed, and a database containing all blood pressure measurements was created. The time period of blood pressure monitoring was up to 10 days maximum.
During the recovery in Stroke Unit, blood pressure was measured using a system of non-invasive monitoring in 24 hours, in which the inflatable armband is able to detect, at preset time intervals, blood pressure values, and displays them on monitor. During the inpatient, there were at least two measurements pressor daily (morning and evening) for each subject, determined through the use of a sphygmomanometer. A dichotomous method has been performed to evaluate the outcome of ischemic stroke. This method took into account each patient's NIHSS score obtained in the acute phase and each patient's 3-months modified Rankin Scale score.
RESULTS: Elevated 24 hour pulse pressure levels were associated with poor outcome at 3 months after ischemic stroke onset. A logistic regression analysis confirmed that elevated pulse pressure levels in the subacute phase of ischemic stroke are associated with poor outcome at 3 months after stroke onset.
CONCLUSIONS : Elevated Pulse Pressure during the subacute phase of ischemic stroke is a possible independent predictor of poor outcome at 3 months after ischemic stroke onset.
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