Riassunto analitico
Il linguaggio non è un semplice strumento di comunicazione, ma una forza in grado di plasmare la realtà sociale, influenzando il modo in cui gli individui percepiscono se stessi e il mondo che li circonda. Questo potere è particolarmente evidente nel linguaggio pubblicitario, che non solo promuove prodotti e servizi, ma contribuisce attivamente alla creazione e al rafforzamento di norme e identità sociali.
Basandosi sulla teoria della performatività di Judith Butler e sulle riflessioni di Flavia Monceri sulle identità fluide e sulla decostruzione della normalità, questa ricerca analizza il linguaggio pubblicitario con un'attenzione specifica al modo in cui le scelte linguistiche nella pubblicità perpetuano gli stereotipi o, al contrario, promuovono l'inclusività e la diversità. Inoltre, esplora il modo in cui queste scelte influenzano la reputazione e la performance economica di un marchio.
Utilizzando un approccio misto che combina analisi quantitative e qualitative, questo studio esamina un corpus selezionato di campagne pubblicitarie per identificare le tendenze nell'uso del linguaggio inclusivo e la sua prevalenza in vari contesti demografici e mediatici. L'analisi prende in considerazione i dati sulla rappresentazione del genere, dell'orientamento sessuale e delle abilità, supportati da rapporti di organizzazioni come Kantar, Edelman e il Geena Davis Institute. Inoltre, approfondisce casi di studio specifici per esplorare come il linguaggio pubblicitario sfidi gli stereotipi e ridefinisca i concetti di identità.
I risultati rivelano che l'adozione di un linguaggio inclusivo nella pubblicità non solo favorisce una maggiore accettazione sociale della diversità, ma offre anche vantaggi tangibili ai marchi, come una maggiore fiducia e fedeltà dei consumatori. Tuttavia, l'analisi evidenzia anche le sfide persistenti legate all'equa rappresentazione, dimostrando che alcuni gruppi sociali rimangono sottorappresentati.
In conclusione, questa tesi sottolinea l'importanza delle scelte linguistiche in pubblicità come strumento di costruzione dell'identità e motore del cambiamento culturale e sociale. Attraverso un approccio critico e interdisciplinare, la ricerca contribuisce al dibattito in corso sull'intersezione tra linguaggio, potere e rappresentazione, offrendo spunti preziosi per studi futuri e implicazioni pratiche per l'industria pubblicitaria.
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Abstract
Language is not merely a tool for communication but a force capable of shaping social reality, influencing how individuals perceive themselves and the world around them. This power is particularly evident in advertising language, which not only promotes products and services but also actively contributes to the creation and reinforcement of social norms and identities.
Drawing on Judith Butler's performativity theory and Flavia Monceri's reflections on fluid identities and the deconstruction of normality, this research analyses advertising language with a specific focus on how linguistic choices in advertising perpetuate stereotypes or, conversely, promote inclusivity and diversity. It also explores how these choices affect a brand’s reputation and economic performance.
Using a mixed-methods approach that combines quantitative and qualitative analyses, this study examines a selected corpus of advertising campaigns to identify trends in the use of inclusive language and its prevalence across various demographic and media contexts. The analysis considers data on the representation of gender, sexual orientation, and ability, supported by reports from organisations such as Kantar, Edelman, and the Geena Davis Institute. It also delves into specific case studies to explore how advertising language challenges stereotypes and redefines concepts of identity.
The findings reveal that adopting inclusive language in advertising not only fosters greater social acceptance of diversity but also provides tangible benefits to brands, such as increased consumer trust and loyalty. However, the analysis also highlights persistent challenges related to fair representation, demonstrating that some social groups remain underrepresented.
In conclusion, this thesis underscores the significance of language choices in advertising as instruments of identity construction and drivers of cultural and social change. Through a critical and interdisciplinary approach, the research contributes to the ongoing debate on the intersection of language, power, and representation, offering valuable insights for future studies and practical implications for the advertising industry.
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