Riassunto analitico
ESTRATTO A partire dal secondo dopoguerra, la mediazione culturale e linguistica è sempre stato un tema di discussione che ha caratterizzato una grande varietà di contesti. A causa di una serie di eventi sociali e storici, è emersa la necessità di una figura che fosse in grado di mediare adeguatamente tra due parti appartenenti a contesti culturali e linguistici diversi. In questo senso, col termine "mediazione" si indica la capacità di consentire la comunicazione e quindi la comprensione tra due o più poli. Questa necessità emerge costantemente in alcuni contesti, soprattutto quelli giudiziari e legali, dove la mancanza della figura sopra descritta risulta essere la principale causa di incomprensione tra un giudice e un individuo straniero, il cui diritto di essere tutelato (cfr. art. 18 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea, Carta dei diritti fondamentali dell'UE, Presunzione di innocenza e diritto alla difesa) risulta essere violato in un gran numero di occasioni. È quindi evidente che sono necessarie ulteriori indagini. La tesi esamina le ragioni che dimostrano la crescente richiesta di un esame più approfondito, basandosi sull'analisi di studi teorici precedenti e su una raccolta di letteratura relativa alla mediazione culturale e linguistica in ambito legale. La tesi è stata suddivisa in quattro capitoli principali, a loro volta suddivisi in sottosezioni. Il primo capitolo si propone di fornire una definizione generale di mediazione e di mediatore come professionista, facendo riferimento in particolare alla formazione erogata sia in Italia che nei Paesi anglosassoni, operando un confronto tra loro da un punto di vista storico. Il secondo capitolo presenta la migrazione come uno dei principali fattori che portano alla necessità di un mediatore culturale e linguistico, in grado non solo di facilitare la comunicazione, ma anche di tutelare i diritti degli stranieri in ambito sociale e legale. Pertanto, è necessario soddisfare determinati requisiti e competenze. Inoltre, viene fornito il contesto legislativo europeo, a testimonianza del crescente interesse dell'Unione Europea verso lo sviluppo di questa figura professionale in ambito legale e giudiziario. Il terzo capitolo adotta un approccio più pragmatico, prendendo in considerazione due dei più importanti processi della storia: il processo di Norimberga e il processo di Tokyo. Attraverso l'esame di studi precedenti incentrati sull'organizzazione generale di tali eventi, viene fatto un confronto tra i due, per dedurre quanto sia importante per un mediatore linguistico e culturale avere una formazione adeguata e professionale. Il quarto capitolo conclude la tesi, fornendo una breve sintesi della ricerca, discutendo ed interpretando i risultati in seguito. Alla fine del capitolo vengono forniti spunti per ulteriori ricerche. Parole chiave: cultura, lingua, mediatore, mediazione, contesto legale, processo, tribunale, diritto, formazione, materiale, migrazione, social, diversità, università
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Abstract
ABSTRACT
Since the Second Post World War II, cultural and linguistic mediation has always been a topic
of discussion characterizing a widespread variety of settings. Due to a series of social and
historical events, the need for a figure that could be able to adequately mediate between two
parties belonging to different cultural and linguistic backgrounds started to emerge.
In this sense, mediating points to the ability of enabling communication and therefore
understanding between two or more poles.
This necessity arises constantly in certain settings, especially the judicial and legal ones,
where the lack of the above described figure results to be the main cause of misunderstanding
between a judge and a client, whose right of being protected (cfr. Art 18. EU Charter of
Fundamental Rights, Presumption of innocence and right of defence) turns out to be violated
on a great number of occasions.
Thus, it is evident that additional investigation is still needed. This thesis discusses reasons to
demonstrate the increasing demand for closer examination, drawing its results on the analysis
of previous theoretical studies and a collection of literature related to cultural and linguistic
mediation in legal settings.
The thesis has been divided into four main chapters.
Chapter one aims at providing a general definition of both mediation and mediator as a
professional, referring in particular to the training provided both in Italy and in Anglo-Saxon
countries, making a comparison between them from an historical point of view.
Chapter two presents migration as one of the main factors leading to the need for a cultural
and linguistic mediator, able not only to facilitate communication, but also to protect the
rights of foreigners in social and legal settings. Therefore, certain requirements and
competencies need to be met. In addition, European legislative background is provided, as
evidence of the increasing interest from the European Union towards the development of
such a professional figure in legal and judicial settings.
Chapter three adopts a more pragmatic approach, taking into consideration two of the most
important trials in history: the Nuremberg Trials and the Tokyo Trials. Through the
examination of previous studies focusing on the general organization of such events, a
comparison between the two is made, in order to infer how important it is for a linguistic and
cultural mediator to be adequately and professionally trained.
Chapter four concludes the present dissertation, by providing a brief summary of the
research, whose findings are then discussed and interpreted.
At the end of the chapter, recommendations for further research are provided.
Keywords: culture, language, mediator, mediation, legal setting, trial, court, right, training,
material, migration, social, diversity, university
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