Riassunto analitico
L’assistenza e le cure ostetriche hanno radici assai remote. Per secoli, l’Ostetrica è stata considerata come colei che “prestava le proprie cure alla gravida e alla partoriente”, ed era l’esperta della naturalità dell’evento nascita e della cura delle malattie della donna. Oggi, tale definizione sembra essere nuovamente al centro della concezione della gravidanza e del parto, consentendo la diffusione del midwifery-led continuity model, ossia un modello assistenziale di gestione esclusiva ostetrica del percorso nascita. In Italia, il midwifery-led model è adottato, in toto o in parte, in tutte le Regioni. Ad esempio, la regione Emilia-Romagna ha definito i “Profili di assistenza appropriati per condizione clinica della gestante”, che sono: ABO (Assistenza di Base centrata sull’Ostetrica), in cui la conduzione clinica è dell’Ostetrica secondo il piano di assistenza di base; ABOM (Assistenza di Base Modificata), in cui la conduzione clinica è affidata all’Ostetrica se sono stati elaborati protocolli concordati in equipe per condizioni di deviazioni modeste dalla fisiologia, o di cui si prevede la risoluzione, o che non influiscono sull’andamento della gravidanza (rischio contenuto); AGI (Assistenza Ginecologica Integrata), in cui la conduzione clinica è affidata al ginecologo con integrazione dell’assistenza ostetrica per il raggiungimento di alcuni obiettivi; AGIM (Assistenza Ginecologica Integrata Modificata/Multiprofessionale), in cui la conduzione clinica è affidata al ginecologo, che si avvale delle competenze dell’Ostetrica, in presenza di situazioni di complessità tale da richiedere valutazioni multidimensionali, multidisciplinari e/o interservizi. La mia tesi di laurea magistrale intende fornire, nella prima parte una panoramica della situazione normativa nazionale, regionale dell’Emilia-Romagna, e locale dell’AUSL di Reggio Emilia, per quanto concerne l’autonomia e la responsabilità ostetrica e il percorso assistenziale della donna in gravidanza presso il servizio consultoriale, delle principali evidenze scientifiche internazionali e gli esiti regionali e locali riguardo la tipologia di assistenza, di parto, di allattamento al seno, di contraccezione postparto, per le donne che sono state assistite dall’Ostetrica durante la gravidanza. Ma principalmente nella tesi riporto lo studio osservazionale retrospettivo (anno 2016), che ho effettuato presso il Servizio Salute Donna del Consultorio Familiare di Reggio Emilia, volto ad indagare, nell’anno preso in esame (2016), il numero totale di donne gravide assistite, il numero totale di donne gravide assistite in ABO e i loro esiti in termini di parto, allattamento al seno, contraccezione postparto, numero di visite in gravidanza e in puerperio, ed infine, il numero totale di donne gravide che da ABO sono diventate ABOM-AGI-AGIM. All’interno del Consultorio di Reggio Emilia, l’Ostetrica è valorizzata nella professione: lavora autonomamente e con propria responsabilità assiste donne di diverse culture, ognuna con un proprio vissuto e con un nuovo percorso, quello della gravidanza, da intraprendere. Sebbene con risultati orientativi, visti i limiti nella raccolta dati, lo studio osservazionale da me effettuato ha ribadito l’efficacia della gestione esclusiva ostetrica della gravidanza, in termini di esiti materni/neonatali. Il miglioramento è auspicabile, ma in ogni caso i risultati sono positivi in termini sia di esito del parto, sia di allattamento esclusivo al seno, entrambi prevalenti, non solo tra le donne seguite esclusivamente dalle Ostetriche, ma anche per tutte le altre assistite in condivisione con il medico. Pertanto, l’efficacia del midwifery-led continuity model è teoricamente riconosciuta; ora, nella pratica, sono le aziende sanitarie e la loro organizzazione, ma soprattutto le Ostetriche, a dover fare in modo che questo modello sia considerato la normalità, venga attuato, migliorato e valorizzato.
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