Riassunto analitico
La filiera ceramica di Sassuolo è fiorita nel dopoguerra del secolo scorso grazie alla grande disponibilità di materie prime locali, in particolare le argille rosse. In un primo tempo si utilizzavano solamente le argille rosse estratte dalle cave della zona appenninica, ma con la nascita del grès porcellanato negli anni Novanta la catena di approvvigionamento si è spostata in maniera massiccia sul mercato estero, sia per quanto riguarda le materie prime plastiche che per quelle non plastiche (feldspati, sabbie quarzifere) necessarie alla formulazione degli impasti. Le ball clays o argille caolinitiche a causa delle loro elevate proprietà tecnologiche ed estetiche sono diventate l'argilla più richiesta nella produzione di questa tipologia di piastrella rivoluzionaria che domina il mercato. Il fabbisogno di materie prime del distretto ceramico viene ora soddisfatto attraverso una rete di forniture differenziata, che punta a mantenere attivi più canali di approvvigionamento contemporaneamente, dove le importazioni maggiori arrivano da paesi esteri ed in particolare l'Ucraina. Nel 2022 il conflitto russo-ucraino ha interrotto repentinamente le importazioni di argille ucraine, generando una crisi produttiva del settore ceramico, mostrando i rischi associati alla dipendenza di risorse provenienti da paesi terzi e stabilendo la necessità di trovare risposte immediate ed innovative per un approvvigionamento più sicuro e sostenibile delle materie prime critiche. Una possibile strategia che mira a rafforzare l'autosufficienza del paese, a ridurre i costi di trasporto e le emissioni di CO2 in un'ottica di sostenibilità ambientale può essere il ritorno alle argille rosse locali, ma il loro inserimento negli impasti del grès porcellanato deve essere il più compatibile possibile con i vincoli tecnologici ed estetici di questo prodotto di altissima qualità. Scopo di questa tesi è stato ricostruire il comportamento in cottura di supporti di grès porcellanato il cui impasto è stato formulato sostituendo con percentuali diverse di due argille rosse, una locale ed una tedesca, al fine di studiare l'evoluzione delle fasi cristalline presenti all'interno dei corpi ceramici e valutare da un punto di vista mineralogico l'impatto del ferro sul prodotto finale. La principale metodologia analitica utilizzata è stata l’analisi di fase quantitativa con il metodo Rietveld, che ha permesso la quantificazione precisa delle diverse fasi mineralogiche e dell'amorfo che si sono formati in cottura a diverse temperature. In seguito i supporti sono stati analizzati al SEM per approfondire il comportamento del ferro in cottura e il tipo di porosità sviluppatasi.
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