Riassunto analitico
Lo studio della letteratura e della poesia per bambini, e in particolare il caso dei libri illustrati, è un campo variegato, caratterizzato da aspetti di multimodalità: la comunicazione passa infatti attraverso più canali, prevalentemente quello verbale e quello visivo. Si tratta altresì di un’area di produzione letteraria asimmetrica, in cui il pubblico è composto da bambini, ma gli scrittori, gli editori e i compratori sono adulti. Da questa asimmetria derivano problemi relativi alla censura e al grado di addomesticamento o straniamento da adottare nella traduzione. A questi e ad altri problemi relativi alla traduzione in genere (intraducibilità, creatività e autorialità del traduttore, vincoli traduttivi…) devono far fronte i traduttori. Lo scopo di questo studio è esaminare alcune caratteristiche della traduzione di poesia per l’infanzia. Per fare ciò, è stato scelto un caso di studio, Once Upon a Tomb – Gravely Humorous Verses (2006), del Poeta Laureato statunitense per l’infanzia dal 2011 al 2013 J. Patrick Lewis, autore non molto conosciuto in Italia ma molto prolifico. Ad ogni poesia della raccolta corrisponde un’illustrazione dell’inglese Simon Bartram. I ventidue epitaffi tombali, dal carattere umoristico, sono stati tradotti dall’inglese all’italiano mostrando passo per passo i processi e le scelte traduttive che hanno portato da una prima traduzione, quasi parola per parola, ad una proposta di traduzione che cerca di rendere conto dell’interdipendenza tra testo e immagine e dello stile brillante e creativo di Lewis. Si è perciò prestata particolare attenzione ai vincoli traduttivi, soprattutto intra e paratestuali, e si è optato per un approccio traduttivo improntato alla Skopostheorie di Katharina Reiss e Hans Vermeer e alla teoria dell’equivalenza funzionale della stessa Reiss. Tenendo a mente il pubblico di bambini, si è tentato di riprodurre il modo in cui Lewis gioca con la lingua, esponendone tutte le potenzialità attraverso giochi di parole, calembours, risorse più prettamente poetiche quali metro, ritmo, rima e figure retoriche. In un primo momento si è pensato di adattare in modo rigoroso la traduzione di ogni poesia a un metro della tradizione italiana; tuttavia, tale approccio si è rivelato limitante e addirittura dannoso per la fluidità del testo. Tornando quindi alla distinzione operata da Henri Meschonnic tra metro e ritmo, alcune poesie sono state riviste, cercando di restituire un testo come tessuto complesso in cui il livello metrico, fonetico e retorico si compendiassero in modo organico e ritmico. Ha svolto un ruolo fondamentale la compensazione: per esempio, dove era impossibile tradurre in italiano un gioco di parole si è scelto di eliminarlo, compensando però con l’inserimento di un altro gioco di parole altrove nel testo. La scelta di addomesticare nomi propri, marchi e concetti che potevano risultare ostici a un pubblico infantile è stata operata in alcune poesie, in un’ottica funzionalista di chiarezza e non per rendere il traduttore invisibile. Il traduttore non è invisibile, tuttavia non deve nemmeno sovrastare la voce dell’autore originale: si è mirato perciò a mantenere la specificità del testo di Lewis. Con la presente dissertazione si spera di dimostrare che la traduzione di poesia per l’infanzia richiede al traduttore un alto grado di creatività e flessibilità nell’affrontare i vincoli che una forma di produzione letteraria multimodale può imporre. I vincoli, in particolare, non sono da considerarsi gerarchicamente ordinati in senso assoluto: sta infatti al traduttore valutare di volta in volta quale vincolo anteporre agli altri per ottenere un testo fluido, senza incappare nell’errore di sclerotizzarlo in un semplice esercizio tecnico.
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Abstract
The study of children’s literature and poetry, especially in the case of picture books, is a many-sided field: it is characterised by multimodality, i.e. the development of communication on different axes, principally the verbal and the visual and by an asymmetry between producers/censors/buyers, that are adults, and the intended audience, made of children. Problems relative to the degree of domestication/foreignisation and to censorship depend from this asymmetry, and must be faced by translators along with more general translation problems such as the issue of untranslatability, translator’s creativity, authorship and translation constraints.
The aim of the present paper is to investigate some features of translation applied to children’s poetry. A case study was chosen: Once Upon a Tomb – Gravely Humorous Verses (2006) by the American Poet Laureate for children (2011-2013) J. Patrick Lewis, an author who has not been extensively translated in Italian. Each poem is accompanied by a picture by English illustrator Simon Bartram. The twenty-two poetic epitaphs of the collection were analysed and translated from English into Italian, showing the steps that led from an almost word-for-word translation to a version that tried to account for the relationship between text and illustration and to reproduce Lewis’s brilliant humour and playful use of language. Therefore, particular attention was paid to translation constraints, in particular intratextual and paratextual constraints. The general approach to translation of this research is inspired by Katharina Reiss and Hans Vermeer’s Skopostheorie and Reiss’s thesis of functional equivalence, without, however, neglecting the aesthetic aspect: keeping in mind the target audience, the intention was to reproduce Lewis’s style, with his fun use of language, including puns, wordplay, metre, rhythm and rhyme. In a first moment, metre was privileged, but this proved sometimes harmful for the poem’s fluency. Henri Meschonnic’s distinction between metre and rhythm proved useful to create a more fluid version of some of the poems: the aim was to create a complex text in which metrical, phonetic and rhetoric devices combined organically. A domesticizing approach was applied to proper names and culture-specific concepts or objects, such as brands, resorting to equivalence and compensation strategies. Domestication can be appropriate for children’s poetry translation because one of the main concerns is making the content understandable to young addressees, nevertheless it should be carefully evaluated each time, in order not to distort the ST. In this perspective, domestication is not used as a means to obtain translator’s invisibility.
This dissertation tries to show how translating poetry for children involves a high degree of creativity and how constraints influence the translator’s decision process and translation strategy. Constraints should not be viewed as hierarchically organised in an absolute and prescriptive way, but rather evaluated in each case. What emerges consistently is the need for translators to be creative, flexible and ready to return on their translations to make them worthy of the ST and at the same time naturally flowing in the TL.
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