Riassunto analitico
Uno degli atelier di attività espressiva del Servizio di Neuropsichiatria Infantile di Reggio Emilia, prende il nome di Atelier dell’Errore (AdE). Nell’AdE si fanno disegni-narrazione, ascolto e racconto, e si mostra il risultato del proprio fare in ambiti e con modi specifici, tutti ascrivibili al contesto dell’arte contemporanea. Gli spazi dell’AdE sono un ambiente preparato seguendo un progetto artistico, con regole chiarissime e inderogabili: in atelier si disegna, il soggetto sono gli animali, non si cancella, non si cambia foglio. Regole integrali che costituiscono il fondamento delle relazioni tra soggetti e del produrre immagini. Regole intelligibili fin dal nome: Atelier dell’Errore, un luogo del fare dove l’errore è materia costitutiva. I ragazzi che arrivano in AdE hanno cartelle cliniche differenti ma sono accomunati da un’esclusione dalla vita sociale, caratteristiche che ne favoriscono una percezione degli oggetti della realtà in parte riconducibile al percorso di de-costruzione dei processi mentali che molti artisti del Novecento descrivono come "guardare con nuovi occhi", dimenticando quello che sanno sulle cose. Perché i disegni dell'AdE, e l’atelier stesso come Scultura Sociale, trovano accoglienza e successo di pubblico nel mondo dell’arte contemporanea? Cerchiamo una risposta seguendo la doppia articolazione del concetto di ars, inteso come specifiche forme di conoscenza e specifiche tecniche di concezione e produzione di immagini e artefatti (Carlo Severi), considerando l'artefatto come fulcro di molteplici relazioni invisibili che si dispiegano nello spazio e nel tempo (Alfred Gell). Le regole istituiscono nell’AdE una cornice per l’azione simile al gioco, un sistema d’interazione che si evolve includendo l’errore, inducendo i ragazzi a rispondervi non solo nell’operare artistico ma anche come strategia esistenziale. Gli artisti dell’AdE, realizzando disegni di animali che non esistono, organizzano elementi contingenti, provenienti della loro esperienza, in una struttura: animali-racconto che ricompongono esperienze, materiali visivi e narrativi che costituiscono il personale strumentario dei ragazzi. Nel ri-significare questi materiali in un nuove relazioni avviene anche una ri-significazione del giovane-artista messo in nuove relazioni con gli altri. Gli animali-mostri disegnati dall’AdE sono “creduti” anche al di fuori dell'atelier: sono opere d’arte, riprodotte in testi ed esposte negli spazi propri dell’arte contemporanea. Riconosciamo che la forma della comunicazione che avviene nei disegni dell’AdE è chimerica, costruita insieme da chi realizza i disegni e da chi li guarda, Carlo Severi definisce questo spazio di realizzazione dell’immagine come empatico. Uno spazio nel quale i ragazzi-artisti dell’AdE e il pubblico che osserva le loro opere sono in contatto. Se l’AdE come opera, Scultura Sociale, è il modellino di una società, allora osservarlo, con gli strumenti che l’antropologia ha elaborato nello studio delle società “selvagge”, può darci elementi per la costruzione di un modello teorico della società umana e acquisire i mezzi per poter osservare la nostra stessa società con nuovi occhi.
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Abstract
One of the ateliers of expressive activity of the Service of Child Neuropsychiatry of Reggio Emilia, takes the name of Atelier dell'Errore (AdE). In the Ade they make drawings-narration, listening and narration, and show the result of their own doing in specific areas and ways, all attributable to the context of contemporary art.
The spaces of the AdE are an environment prepared following an artistic project, with very clear and binding rules: in the atelier you draw, the subject are animals, do not erase, do not change sheet. Integral rules that constitute the foundation of the relationships between subjects and the production of images. Rules intelligible since the name: Atelier dell'Errore, a place of making where error is constitutive matter. The children who arrive in AdE have different medical records but are sharing an exclusion from social life, characteristics that favor a perception of the objects of reality partly attributable to the path of de-construction of mental processes that many artists of the twentieth century describe as "looking with new eyes", forgetting what you know about things.
Why are AdE’s drawings, and the atelier itself as Social Sculpture, welcomed and successful in the world of contemporary art?
We seek an answer following the double articulation of the concept ars, meant as specific forms of knowledge and as technical specifications of conception and production of images and artifacts (Carlo Severi, 2006), considering the artifact as the fulcrum of multiple invisible relationships that unfold in space and time (Alfred Gell, 1998).
The rules establish in the Ade a framework for action similar to the game, a system of interaction that evolves including the error, causing the kids to respond not only in artistic work but also as an existential strategy.
The artists of the AdE, making drawings of animals that do not exist, organize contingent elements, coming from their experience, in a structure: animals-narration that recompose experiences, visual and narrative materials that constitute the personal instrumentation of the children. In re-signifying these materials in a new relationship also occurs a re-signification of the young-artist put in new relationships with others. The animal-monsters made by the AdE are "believed" even outside the atelier: they are artifacts, reproduced in texts and exhibited in the spaces of contemporary art.
We recognize that the form of communication that takes place in the drawings of the AdE is chimeric, built together by those who make the drawings and by those who look at them, Carlo Severi defines this space of realization of the image as empathic. A space in which the young artists of the AdE and the audience observing their works are in contact.
If the AdE as artifact, Social Sculpture, is the model of a society, then observe it, with the tools that anthropology has elaborated in the study of savage societies, can give us elements for the construction of a theoretical model of human society and acquire the means to be able to observe our own society with new eyes.
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