Riassunto analitico
Il rischio sismico rappresenta la misura dei danni attesi in un determinato intervallo di tempo in base al tipo di sismicità, di resistenza delle strutture e di antropizzazione, traducendosi così nella combinazione di tre fattori: la pericolosità, la vulnerabilità e l’esposizione. Con il presente lavoro di tesi ci si focalizza sullo studio di metodologie speditive per la valutazione della vulnerabilità sismica degli aggregati strutturali, per i quali, come riportato in normativa, i metodi di verifica di uso generale risultano inadeguati poiché non tengono conto delle possibili interazioni tra unità strutturali contigue. A tal proposito, in letteratura sono presenti due principali procedure. La prima consente di definire un indice di vulnerabilità per ogni unità strutturale attraverso l’analisi di quindici parametri opportunamente pesati, i quali, attraverso la descrizione della struttura, dello stato di fatto dell’edificio e delle possibili interazioni tra le varie unità, forniscono un’analisi dettagliata dell’intero complesso, senza però fornirne un indice globale. Con la seconda metodologia, invece, si definisce una vulnerabilità per l’intero aggregato attraverso la valutazione di sette indici parziali basati sullo studio delle trasformazioni subite nel tempo e delle criticità riscontrate. La procedura risulta essere meno dettagliata rispetto alla precedente e non fornisce nessuna indicazione sulla vulnerabilità del singolo edificio in aggregato. In entrambe le metodologie non si tiene conto della qualità dell’informazione in possesso del rilevatore e, di conseguenza, del grado di attendibilità dei risultati. Si delinea quindi l’esigenza di ottenere un’unica metodologia speditiva in grado di fornire un indice di vulnerabilità sia per l’unità strutturale sia per l’intero complesso, proponendo, a tal fine, un’integrazione fra le procedure sopra citate generando così una nuova proposta metodologica. Nella definizione di quest’ultima, si considerano i quindici parametri presenti nella prima metodologia studiata, così da ottenere un’indagine dettagliata dell’edificio, creando una nuova scala di valutazione di più facile interpretazione. A partire dagli indici di vulnerabilità calcolati per ogni unità strutturale, si risale poi ad un indice globale per l’intero aggregato, ottenendo così una procedura di valutazione completa e dettagliata. Inoltre, per considerare la qualità dell’informazione, si propone di applicare al valore dei parametri una variazione legata ai livelli di conoscenza conseguiti per ciascuno di essi. Così facendo, non si ottiene un indice di vulnerabilità puntuale, bensì un range di valori possibili per l’indice stesso, la cui estensione fornisce informazioni circa l’attendibilità dei risultati. La metodologia proposta è stata applicata all’aggregato strutturale esistente situato a Sant’Angelo in Pontano (MC), costituito dalla chiesa di S. Nicola e dall’attiguo ex convento agostiniano. Al fine di valutare la stabilità del procedimento proposto, si sono calcolati otto diversi indici globali dell’intero aggregato a partire da altrettante possibili suddivisioni in unità strutturali. Dai risultati ottenuti si evince che il metodo risulta essere stabile in quanto, modificando la disposizione delle unità, l’indice globale varia entro un range limitato. L’applicazione della metodologia ha fornito risultati soddisfacenti, che necessitano però di essere validati attraverso l’analisi di un rilevante campione di aggregati.
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