Riassunto analitico
La tesi si inserisce in un progetto europeo volto a individuare soluzioni per ridurre le emissioni delle imbarcazioni da pesca di lunghezza non superiore ai 12 metri, un segmento particolarmente sensibile a futuri vincoli ambientali. L’obiettivo principale consiste nel valutare in che modo tali emissioni possano essere contenute mediante l’impiego di motorizzazioni alternative, tenendo conto delle peculiari necessità operative di queste unità. Poiché la letteratura disponibile si è rivelata limitata, soprattutto per quanto riguarda i profili di carico e i cicli di utilizzo effettivi, si è scelta una strategia di ricerca basata su due direttrici fondamentali: l’acquisizione di dati empirici e la definizione di ipotesi di funzionamento il più vicine possibile alle reali condizioni di impiego. In collaborazione con l’armatore di un peschereccio operante nelle aree costiere del Mar Adriatico, sono state analizzate le principali fasi lavorative: l’uscita dal porto, la navigazione verso i luoghi di pesca, le manovre di avvicinamento, la fase di pesca vera e propria e il rientro. Poiché i dati in letteratura risultavano frammentari, si è proceduto mediante interviste e monitoraggi diretti a bordo, così da delineare situazioni verosimili e tradurle in profili di carico attendibili. Queste informazioni hanno consentito di valutare diverse tecnologie di propulsione: dai motori tradizionali a combustione interna ottimizzati per minor impatto ambientale, alle soluzioni completamente elettriche, fino ai vari tipi di ibrido (in serie o in parallelo). Nell’analisi, particolare attenzione è stata dedicata non soltanto a prestazioni e rendimenti, ma anche a parametri critici come disponibilità di infrastrutture per la ricarica, autonomia operativa e compatibilità normativa. Le simulazioni dei diversi scenari hanno evidenziato che la propulsione ibrida in parallelo rappresenta la soluzione più adatta alle piccole imbarcazioni da pesca. Tale architettura permette di sfruttare il motore elettrico nelle situazioni a bassa velocità (come l’ingresso in porto o in zone sottoposte a restrizioni sulle emissioni) e di utilizzare il motore termico quando occorre maggiore potenza, come in navigazione, o un raggio d’azione più ampio. L’adozione di questa configurazione garantisce un adeguamento alle disposizioni europee che mirano a contenere l’inquinamento nelle aree portuali e nelle aree marine protette. Dal punto di vista normativo, l’Unione Europea sta infatti introducendo standard più stringenti a tutela della qualità dell’aria e dell’ambiente, con un occhio di riguardo alle zone costiere e alle aree marine sensibili. In tale contesto, la tesi dimostra come le soluzioni ibride offrano un percorso concreto verso la conformità a normative più restrittive, senza pregiudicare la redditività e la sicurezza operativa dei pescherecci di piccole dimensioni. Restano aperte questioni legate all’infrastruttura di ricarica, all’ottimizzazione delle batterie e alla sostenibilità economica complessiva, ma i risultati ottenuti indicano con chiarezza che l’elettrificazione, almeno parziale, costituisce una prospettiva tecnologicamente valida per il settore della pesca artigianale. In conclusione, l’integrazione di motore termico ed elettrico in configurazione ibrida parallela appare la strada più promettente per conciliare esigenze operative e conformità normativa.
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