Riassunto analitico
L'ormone di rilascio delle gonadotropine (GnRH) è essenziale per la produzione e secrezione degli ormoni follicolo-stimolante (FSH) e luteinizzante (LH), i quali regolano la maturazione sessuale e le funzioni riproduttive. È un decapeptide rilasciato dall’ipotalamo e lega un recettore (GnRHR) accoppiato a proteina G espresso nelle cellule gonadotrope dell’ipofisi anteriore. Nell'ipofisi, i segnali intracellulari GnRH-dipendenti coinvolgono prevalentemente la proteina Gαq/11, la cui attivazione è associata ad aumento intracellulare di ioni calcio (Ca2+), all'attivazione degli enzimi mitogen-activated protein chinasi (MAPK) e β-catenina, nonché alla trascrizione del gene che codifica la subunità β di LH (LHB). Antagonisti del GnRH quali Cetrorelix, Ganirelix e Teverelix, differiscono dall’ormone per 1-2 amino acidi e vengono impiegati per inibire la secrezione di gonadotropine endogene durante i protocolli di stimolazione ovarica in fecondazione assistita. Un confronto in vitro tra questi tre antagonisti non è mai stato fatto. L’azione dei tre antagonisti del GnRH è stata confrontata utilizzando linee cellulari human embryonic kidney HEK293, murine gonadotroph pituitary LβT2 e human neuroblastoma SH-SY5Y trasfettate ed esprimenti GnRHR. Tali cellule sono state stimolate con GnRH e per tempi diversi, in presenza o in assenza di diverse dosi di GnRH. L’inibizione di molecole e vie di trasduzione del segnale quali cAMP/PKA-pathway, pERK1/2, aumento di Ca2+ intracellulare e β-catenina, nonché l’espressione del gene Lhb murino sono stati valutati utilizzando diverse metodiche quali bioluminescence resonance energy transfer (BRET), Western blotting, immunofluorescenza e real-time PCR. I risultati dimostrano che Cetrorelix ha maggiore potenza nell’inibire l’aumento di Ca2+ intracellulare e la produzione di cAMP indotta dalla concentrazione tre volte superiore alla dose efficace al 50% (3xEC50) di GnRH. Tuttavia, non sono state riscontrate differenze significative nella modulazione del segnale GnRH-dipendente indotto dagli antagonisti sugli eventi intracellulari a valle. Tali differenze sono state attestate dalla modulazione, esercitata in modo similare, sull'espressione del gene Lhb. Le evidenze emerse tra i tre antagonisti suggeriscono che queste molecole abbiano una diversa efficacia in vivo, a livello ipofisario. Tali dati sono rilevanti in merito al loro uso nelle pratiche di fecondazione assistita e per la personalizzazione delle cure dell’infertilità.
|