Riassunto analitico
L’obiettivo della tesi di dottorato consiste nell’analisi del fenomeno delle vendette in Albania e nell’identificazione delle pratiche nonviolente di gestione, risoluzione e trasformazione dei conflitti che possono promuoverne il superamento. Lo studio si suddivide in due parti. La prima parte si concentra sull’analisi della pratica delle vendette in relazione al contesto storico-sociale in cui si è sviluppata, alle cause che l’hanno prodotta e alla tradizione da cui è nata. L’analisi della letteratura sul contesto albanese e delle interviste agli esponenti di alcune associazioni locali delinea i significati che la pratica delle vendette ha assunto dal Medioevo all’età contemporanea. L’analisi mostra come le modalità di attuazione della pratica delle vendette siano collegate alle condizioni storiche, sociali e politiche dell’Albania dal XIV secolo sino alla contemporaneità. L’applicazione delle teorie culturaliste basate su presupposti non essenzialisti permette di interpretare la pratica attuale delle vendette come fenomeno socio-culturale ibrido. Lo studio delle caratteristiche del fenomeno delinea le cause e le dinamiche dei conflitti a esso legati, la sua dimensione e le condizioni in cui la pratica si verifica attualmente. Nella seconda parte della tesi, l’indagine si concentra sull’analisi delle principali teorie di gestione, risoluzione e trasformazione dei conflitti e delle interviste a studiosi esperti di questi temi, al fine di identificare i possibili strumenti nonviolenti di risoluzione dei conflitti legati a questo fenomeno. La ricerca evidenzia come l’ascolto attivo, l’empatia, il dialogo, la gestione costruttiva delle emozioni, la visione non essenzialista della comunicazione interculturale, la negoziazione, la condivisione, il ruolo di equivicinanza e di credibilità dei mediatori possano sostenere una mediazione di tipo trasformativo e narrativo, favorendo la riconciliazione tra i clan in vendetta. La trasformazione delle relazioni tra le parti può essere promossa attraverso il raggiungimento di una verità condivisa, lo strumento del perdono, l’uso della giustizia ristorativa e di elementi positivi di cultura profonda. Queste ipotesi vengono verificate analizzando le interviste somministrate a mediatori locali ed esterni al contesto sulle tecniche tradizionali e innovative usate per risolvere le faide, nonché elaborando una documentazione scritta prodotta partecipando alle attività del progetto di Operazione Colomba denominato “Dalla relazione alla riconciliazione per il superamento del fenomeno delle ‘vendette di sangue’ nel Nord Albania”. L’analisi evidenzia che questi strumenti possono favorire la ricomposizione dei conflitti legati al fenomeno perché innovano le tecniche tradizionali di risoluzione delle faide al contesto albanese contemporaneo. Su queste basi lo strumento della riconciliazione viene studiato sia come forma conclusiva dei processi di mediazione sia come processo di peacebuilding atto a promuovere il superamento del fenomeno. Quest’ultimo aspetto viene affrontato attraverso l’elaborazione di un modello teorico di transitional justice che prevede l’implementazione di un processo di riconciliazione generale. L’elaborazione di questo modello si basa sullo studio delle caratteristiche del fenomeno delle vendette, dello scenario sociale, storico e politico in cui la pratica attuale si consuma e sulla comparazione di questi elementi con due forme di transitional justice che hanno ristabilito l’ordine sociale in altre zone di conflitto: la Commissione di Verità e Riconciliazione in Sudafrica e il movimento della “Primavera di Riconciliazione” in Kossovo. Il modello che ne emerge ha l’obiettivo di prefigurare una possibilità concreta di superamento del fenomeno delle vendette in Albania.
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Abstract
The objective of the thesis is to examine the blood feuds’ phenomenon in Albania and to identify
the nonviolent practices of conflict management, resolution and transformation aimed at promoting
the overcoming of this phenomenon.
The study consists of two parts. The first part analyzes the blood feuds’ practice related to the
social-historical background where it developed, to its causes and to the tradition that produced it.
The analysis of the Albanian background’s literature and the interviews to local associations’
representatives show the meanings of the blood feuds’ practice from the Middle Ages to
contemporary age. The analysis highlights that the ways the blood feuds’ practice has been used are
related to the historical, social and political circumstances that Albania went through since 15th
century to contemporary age. Applying non-essentialist cultural theories to the meanings of the
blood feuds’ practice proves that is a socio-cultural hybrid phenomenon. Furthermore, the study of
the phenomenon’s main features shows the conflicts’ causes and dynamics due to this practice, its
distribution and the conditions that produce it.
The second part analyzes the main conflict management, resolution and transformation theories and
the interviews to some of their researchers in order to identify feasible nonviolent instruments
aimed at solving the conflicts caused by the blood feuds’ phenomenon. Active listening, empathy,
dialogue, emotions’ constructive management, non-essentialist intercultural communication,
negotiation, sharing, the equal proximity and the reliability of the mediators could support
transformative and narrative mediation, fostering the reconciliation among the parties. The
relationship’s transformation among parties could be promoted by forgiveness, restorative justice,
positive aspects of deep culture and by reaching a common truth. The interviews’ analysis to local
and foreign mediators about the main traditional and innovative practices used to solve blood feuds
and the participation in the Operazione Colomba’s project called “From the relationship to
reconciliation to overcome blood feud phenomenon in Northern Albania” prove these hypotheses.
The analysis shows that these instruments could solve the conflicts caused by the blood feuds’
phenomenon because they renovate and conform the traditional practices to the contemporary
Albanian background.
On that basis, the analysis examines reconciliation’s practice both as the last step of the mediation
processes and as a peacebuilding process aimed at promoting the overcoming of the blood feuds’
phenomenon. This aspect is studied by developing a transitional justice’s theoretical model aimed at
implementing a national reconciliation process. This model is created by the analysis of blood
feuds’ features, the study of the social, historical and political background where the phenomenon
takes place and the comparison between these aspects and two transitional justice’s forms that
restored social order in different conflict areas: the Truth and Reconciliation Commission in South
Africa and the movement of the “Reconciliation’s Springtime” in Kossovo. The model aims to
propose a real chance to overcome the blood feuds’ phenomenon in Albania.
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