Riassunto analitico
In Italia la fonte primaria di energia per la produzione di elettricità, riscaldamento domestico e fabbisogno industriale nazionale è costituita da gas naturale (metano). Il nostro paese non è in grado di estrarre una quantità di gas naturale sufficiente a supplire la propria domanda interna, pertanto lo acquista da nazioni esportatrici. Negli ultimi anni conflitti politici e/o armati, cui si sono aggiunti recentemente anche azioni terroristiche, hanno più volte messo in pericolo il costante rifornimento di gas naturale attraverso gli storici gasdotti che coinvolgono paesi come Ucraina, Libia e Algeria. Per rendere il nostro paese meno dipendente da aree geo-politiche instabili e al contempo ampliare le fonti di approvvigionamento è stato sviluppato un piano energetico strategicamente finalizzato allo sviluppo di rigassificatori di gas naturale liquefatto (LNG) cui far confluire la materia prima da paesi produttori. Nel 2005 è stata intrapresa la costruzione della prima di queste strutture: l’LNG Adriatic. L’impianto è costituito da un terminale offshore di rigassificazione e stoccaggio del gas, collocato al largo di Porto Viro (Rovigo), e una condotta collegata sulla terraferma alla rete nazionale di distribuzione del gas. Per valutare l’impatto sull’ambiente marino di questa struttura, è stato messo a punto un piano di monitoraggio multidisciplinare volto a verificare eventuali variazioni dei fattori abiotici e biotici dell’area. Il presente studio si inserisce in questo contesto. Nello specifico, lo scopo di questa ricerca è valutare gli effetti del terminale rigassificatore sulla meiofauna, la comunità animale costituita da microscopici invertebrati bentonici che svolgono un ruolo chiave nel funzionamento dell’ecosistema marino. Il piano sperimentale prevede l’analisi comparativa su basi statistiche della meiofauna rinvenuta in campioni di sedimento prelevati in 10-13 stazioni in tre periodi: Bianco, Cantiere ed Esercizio. Per quest’ultimo, i campioni coinvolti provengono da due campagne distinte: Esercizio 2011 ed Esercizio 2014. Nel mio lavoro di tesi mi sono occupato preliminarmente dell’analisi faunistica-ecologica dei campioni raccolti nella campagna 2014 i cui risultati sono di seguito riassunti. Nelle 13 stazioni indagate sono stati rinvenuti organismi meiobentonici appartenenti a 20 gruppi principali, di cui quattro (Nematodi, Copepodi, Nauplii e Policheti) rinvenuti in tutti i siti investigati. La comunità meiobentonica ha raggiunto una densità media di 1072,8 ± 499,2 ind./10 cm2, similmente a quanto osservato in altri siti del bacino del Mediterraneo. I Nematodi sono risultati il taxon dominante (987,1 ± 469,8 ind./10 cm2), seguiti dai Copepodi Arpatticoidi (35,6 ± 24,8 ind./10 cm2), dai Policheti (20,6 ± 11,1 ind./10 cm2) e dai Nauplii (15,5 ± 17,3 ind./10 cm2). Questi quattro gruppi rappresentavano nell’insieme quasi il 99% del popolamento meiobentonico complessivo; il restante 1% era costituito dai rimanenti 16 taxa. L’area investigata presenta un’elevata omogeneità faunistica, con l’unica eccezione del sito E14-67, che ha esibito numero di taxa e densità inferiori agli altri. Per quanto riguarda il confronto tra fasi, le analisi statistiche multivariate hanno evidenziato una differenza tra le diverse campagne. In particolare, la fase di Bianco risulta chiaramente distinta dalle altre in virtù di una minore ricchezza faunistica, che riguarda sia il numero di taxa, sia l’abbondanza, in particolare della meiofauna totale e Policheti; per contro, nella fase di Bianco Turbellari e Chinorinchi risultavano più abbondanti. Lo studio sembra indicare un effetto del rigassificatore sulla meiofauna dell’area coinvolta, tuttavia le variazioni appaiono in via di risoluzione.
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