Riassunto analitico
Nella prima parte della tesi viene descritto il modello di organizzazione, gestione e controllo instituito in Italia nel 2001 a seguito del d.lgs. 231. Dopo alcuni brevi cenni anticipatori sulle fonti della normativa relativa, si descrivono le fasi per la costituzione del modello, i punti chiave e le sue componenti costitutive. Lo scopo della prima parte è offrire una chiave di lettura di tale strumento descrivendone la funzione all'interno di un'organizzazione e i vantaggi conseguibili dopo la sua implementazione. Il secondo capitolo è incentrato sul tema qualità e viene introdotto da un'analisi dell'evoluzione dei sistemi di qualità dalla sua prima introduzione nel 1917 fino ad oggi. L'elaborato prosegue descrivendo l'accreditamento, la certificazione e gli elementi rimanenti facenti parte dell'architettura della qualità e si conclude descrivendo i vantaggi conseguibili grazie al TIC (Testing & Inspection Capital). Di seguito il focus si sposta verso la descrizione del certificato di qualità dei processi ISO 9001, dei suoi elementi chiave, previsti dalla normativa ISO e dei vantaggi conseguibili dall'adozione di tale standard. Il terzo e ultimo capitolo della tesi viene introdotto da una breve riflessione relativa alla difficile convivenza tra la legalità e l'efficienza all'interno delle organizzazioni del tessuto imprenditoriale italiano. L'obiettivo del terzo capitolo è di analizzare e sottolineare i molteplici punti di contatto tra i due sistemi descritti precedentemente e i benefici conseguenti da un loro coordinamento. Tra gli elementi principali di comunione tra i due modelli citati risalta soprattutto il risk based thinking, il quale rappresenta un metodologia del pensiero imprenditoriale e del modo di operare implementato o che dovrebbe implementare un'azienda dotata di tali strumenti gestionali. L'elaborato si conclude analizzando uno studio svolto da Marsh & McLennan che riassume le prime dieci tipologie di rischio rilevate dalle imprese comprese nel campione analizzato. Partendo da un livello macro, l'analisi diventa più specifica, riportando i rischi rilevati mediamente dalle imprese operanti nei principali paesi dell'eurozona e UK e separatamente per settori di operatività delle stesse aziende. Il paragrafo conclusivo è riservato a una riflessione personale riguardo all'importanza del risk management per la branca della finanza chiamata finanza per la crescita. La struttura del sistema economico italiano di tipo banco-centrica, i bollettini negativi relativi al rapporto debito pubblico/PIL, la difficile situazione economica risalente alla crisi del 2008, aggravata dalla crisi sanitaria del 2019 e la mancanza di una significativa impronta politica, rappresentano tutte variabili che influiscono negativamente sullo sviluppo economico del paese e purtroppo, minano le prospettive di crescita e sviluppo delle imprese operanti nel territorio italiano. Inoltre, dopo il recepimento degli accordi di Basilea del 2011 (Basilea III), i requisiti di capitalizzazione degli istituti bancari italiani sono diventati più stringenti e di conseguenza è sempre più difficile accedere al credito per molti imprenditori italiani. Questi ultimi, dovendo rispondere alle necessità di capitale in ottica di sviluppo di lungo periodo, si ritrovano a dover offrire sempre maggiori garanzie alle banche al fine di ottenere la concessione di prestiti, comprese le garanzie accessorie. Gli strumenti analizzati nel presente elaborato, se integrati ad altri strumenti di impronta strettamente finanziaria, tutti rientranti nella branca della finanza strutturata, rappresentano un solida struttura per il mantenimento e l’incremento del vantaggio competitivo nel tempo.
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