Riassunto analitico
Per secoli, l'Irlanda è stata un paese diviso. In antichità, l'isola era divisa in contee governate da clan in guerra tra loro, finché l'intervento dei Plantageneti nel XI secolo, volta a placare un conflitto locale, non diede il via ad un'epoca di dominazione straniera. A peggiorare la situazione, la Riforma Luterana causò una spaccatura ancora più profonda tra Irlanda e Inghilterra, dando origine ad ostilità religiose. Il teatro irlandese è sempre stato un'“arena” politica in cui gli oppressi potevano esprimere il loro pensiero, condannare i loro oppressori e affrontare questioni sociali. Uno dei drammaturghi irlandesi più importanti del XX secolo è certamente Brian Friel che, scrivendo sia commedie che tragedie, ha abilmente rappresentato virtù e vizi del suo popolo, in particolare per quanto concerne la sua relazione con il potere inglese. Il seguente studio è volto ad analizzare tale rapporto attraverso tre opere di Friel. La tesi si apre con un capitolo introduttivo che offre una panoramica della storia irlandese e del suo teatro, seguita da una breve biografia dell'autore. La prima opera analizzata è "The Freedom of the City", che tratta l'oppressione inglese in Irlanda e gli eventi relativi alla Bloody Sunday (1972) durante il periodo dei “Troubles” (fine anni '60-1998). Inoltre, Friel si concentra sulla facilità con cui i fatti possono essere manipolati. A tal proposito, il Widgery Report (il documento legale che raccoglie i dati dell'inchiesta sulla Bloody Sunday) gioca un ruolo centrale per capire in che modo la realtà possa essere plasmata a seconda di specifici interessi politico-ideologici. Ciononostante, Friel dimostra anche che entrambe le parti del conflitto hanno alterato i fatti, seppur in diverse misure. "Translations", la seconda opera esaminata, ha a che fare con le barriere linguistiche e culturali. È ambientata a Baile Beag (il “Piccolo Villaggio” che spesso ricorre nelle opere di Friel) nel 1833, quando l'esercito inglese è incaricato di mappare la contea e tradurre in inglese i toponimi gaelici, in modo da tracciare una nuova cartina. In realtà, questo incarico non è altro che un tentativo di destabilizzare la comunità locale privandola della propria identità e del proprio patrimonio culturale. I personaggi di questa opera impersonano i vari atteggiamenti che possono essere assunti quando si ha a che fare con l'Altro. Riflettendo elementi della teoria postcoloniale, il dramma dimostra anche che è necessario instaurare una “zona di contatto” per evitare conflitti. Infine, "Making History" ingloba i temi centrali dei primi due drammi, mettendo in scena l'origine del conflitto religioso in Irlanda dopo la Riforma Luterana e mostrando come i fatti storici possano essere manipolati per scopi nazionalistici. In questo capitolo vengono usati testi storiografici per analizzare la figura sfaccettata e, per certi versi, controversa di Hugh O'Neill, il Grande Conte che tentò di fermare la conquista dell'Irlanda sotto il regno dei Tudor durante la Guerra del Nove Anni (1593-1603). Lungi dall'essere esaustiva, questa tesi punta ad offrire una nuova prospettiva sulla Questione Irlandese attraverso le opere di uno degli esponenti più rappresentativi del teatro del Novecento, non soltanto in Irlanda.
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Abstract
For centuries, Ireland has been a divided country. In its ancient history, the island was fragmented into counties led by warring clans, until the eleventeenth-century, when the Plantagenets' intervention, aimed at settling a local dispute, gave rise to an age of foreign domination. To further aggravate the situation, the Lutheran Reformation caused a deep divide between Ireland and England, thus planting the seed of religious conflict.
Irish theatre has always been a political “arena”, in which the oppressed could manifest their thought, condemn their oppressor and tackle social issues. One of the most important Irish playwrights of the twentieth century is certainly Brian Friel, who, through both comedy and tragedy, masterfully manages to highlight the virtues and vices of his people, particularly in relation to English power.
The following study will analyse such a relationship through an analysis of three plays by Friel. It opens with an introductory chapter offering first an overview of the history of Ireland and its theatre, and then a brief biography of the author.
The first play to be examined is "The Freedom of the City", which deals with the English oppression on Irish people and the events concerning Bloody Sunday (1972) during the so-called “Troubles” (late 1960s-1998). Moreover, Friel focuses on how facts can be manipulated. In this respect, the Widgery Report (the legal document that gathers the data of the inquiry on Bloody Sunday) plays a central role in showing how historical reality can be shaped according to specific political and ideological interests. Nonetheless, both sides of this conflict are shown to be, to various degrees, guilty of altering the facts.
"Translations", the second play under scrutiny, deals with linguistic and cultural barriers. It is set in Baile Beag (the “Small Village” which recurs in many of Friel's plays) in 1833, when the English Army is appointed to survey the county and translate the local placenames from Gaelic into English, in order to create a new map. In fact, this is an attempt to destabilise the local community by depriving it of its own identity and cultural heritage.
The characters of the play highlight the various possible stances one can assume when dealing with the Other. Reflecting central assets of postcolonial discourse, the play also proves that a “contact zone” is needed in order to avoid conflict.
Finally, "Making History" combines the aforesaid themes, by displaying the root of the religious conflict in Ireland after the Lutheran Reformation and how historical facts can be manipulated for nationalistic purposes. In this chapter, historiographical sources are employed to discuss the multifaceted and, to a certain extent, controversial figure of Hugh O'Neill, the Great Earl who tried to stop the Tudor conquest of Ireland during the Nine Years' War (1593-1603).
Far from being exhaustive, this thesis aims to offer a new perspective on the Irish Question through the works of one of the most influential exponents of twentieth-century theatre, not only in Ireland.
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