Riassunto analitico
Candida albicans è un importante lievito opportunista che causa infezioni in individui suscettibili, mentre è un innocuo commensale in condizioni di salute. La sua patogenicità è associata a caratteristiche genomiche e fenotipiche, che ne permettono un rapido adattamento ai cambiamenti ambientali e ne favoriscono la colonizzazione dell’ospite. La transizione cellulare da lievito ad ifa è un esempio di cambiamento della virulenza di C. albicans, che ne promuove l’invasione dei tessuti e l’evasione delle risposte immunitarie dell’ospite. Per studiare la variabilità intraspecie nei cambiamenti fenotipici e nell’immunoreattività di C. albicans, sono state in precedenza analizzate le sequenze dell’intero genoma di due isolati clinici di C. albicans (YL1 e YQ2). I risultati ottenuti hanno mostrato un’intrigante plasticità genomica ed una estrema variabilità/divergenza tra i due ceppi in questione. In questo studio abbiamo pertanto analizzato come la variabilità intraspecie osservata nel genoma dei suddetti isolati fungini ne influenzi le loro peculiarità fenotipiche, quali la suscettibilità alle difese immunitarie mediate dalle cellule fagocitiche e la capacità di formare biofilm. In particolare, gli isolati YL1 e YQ2 sono stati valutati per la loro suscettibilità al killing da parte delle cellule microgliali BV2, utilizzando un modello d’infezione in vitro, descritto in precedenza. Nonostante i due ceppi siano tra loro paragonabili in termini di suscettibilità alla fagocitosi da parte della microglia, essi mostrano notevoli differenze nella sopravvivenza intracellulare. L’isolato YL1, al contrario del ceppo YQ2, resiste infatti al killing intracellulare per poi replicarsi all’interno delle cellule microgliali. Inoltre, la percentuale di fagolisosomi acidi contenenti YL1 è significativamente più bassa rispetto a quella osservata con il ceppo YQ2, suggerendo che YL1 riduce significativamente l’attività fungicida della microglia andando ad inibire la maturazione dei fagolisosomi. Infine, abbiamo valutato la capacità dei due isolati clinici di formare biofilm. I dati ottenuti indicano che entrambi i ceppi sono in grado di produrre abbondante biofilm, sia dopo 24 che 48 ore di crescita. Tuttavia, il biofilm formato da YL1 ha uno spessore ed una morfologia marcatamente diversi rispetto a quello del ceppo YQ2. Infatti, il numero di lieviti totali e di lieviti in gemmazione, rilasciati dal biofilm di YL1 nel surnatante di crescita, è più elevato rispetto a quello di YQ2. La maggiore virulenza di YL1, osservata nel nostro modello, sembra quindi correlare con il diverso corredo genetico di tale ceppo, in particolare, per quanto riguarda i geni coinvolti nella patogenesi di C. albicans. Le nostre evidenze dimostrano che la natura e le caratteristiche genomiche degli isolati di C. albicans influenzano in modo significativo la loro capacità di adattarsi ai cambiamenti ambientali. Nel loro insieme, i nostri risultati forniscono quindi importanti informazioni sull’adattamento all’ospite, la patogenesi e l'evoluzione di C. albicans.
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