Riassunto analitico
L’epilessia rappresenta un gruppo eterogeneo di malattie che colpisce circa 65 milioni di persone nel mondo. Nella maggior parte dei casi l’epilessia è curabile prescrivendo farmaci antiepilettici (AEDs); tuttavia, nel 25-30% dei pazienti si riscontra il fenomeno della farmacoresistenza. Il tipo di epilessia più diffuso nell’uomo adulto è l’epilessia del lobo temporale (TLE) che, oltretutto, costituisce la forma clinica con la maggiore prevalenza di farmacoresistenza (fino al 70%). La farmacoresistenza costituisce un problema di primaria importanza per la clinica dell’epilessia: per questa ragione, necessita di modelli appropriati per poterne studiare le cause e, quando possibile, identificarne le eventuali soluzioni. Tra i vari modelli animali di TLE presenti in letteratura, uno dei più utilizzati è quello basato sulla somministrazione di acido cainico (KA): questo modello presenta varie caratteristiche proprie della TLE, ad esempio la perdita di cellule neuronali nell’ippocampo, l’arborizzazione anomala delle fibre muscoidi, la presenza di astrogliosi nelle regioni danneggiate, nonché la comparsa di crisi epilettiche spontanee e ricorrenti (SRSs), dopo quelle inizialmente causate dall’iniezione di KA. Possibili controindicazioni all’utilizzazione di questo modello potrebbero essere rappresentate dal variabile tasso di mortalità, talora troppo elevato (30%) per essere accettabile. Inoltre, le potenzialità del modello KA per la valutazione della risposta agli AEDs non sono state ancora pienamente esplorate. In questo lavoro di tesi, lo scopo è stato quello di riprodurre il modello KA per valutare la risposta al levetiracetam, uno dei principali AEDs. KA è stato somministrato per via intraperitoneale (15 mg/kg) in ratti Sprague-Dawley maschi adulti. I ratti sono stati studiati per quantificare le lesioni cerebrali indotte da KA e le successive SRSs in un arco temporale compreso fra 3 e 64 giorni dall’iniezione. In particolare, sono stati studiati il danno cerebrale (con un marcatore di morte neuronale, FluoroJade-B, ed un marcatore neuronale specifico, NeuN), e l’astrogliosi (utilizzando la proteina fibrillare acida della glia, GFAP). Il farmaco è stato testato somministrandolo sottocute con minipompe osmotiche, per una settimana, una volta che i ratti fossero diventati epilettici. Successivamente all’iniezione di KA, tutti i ratti hanno presentato uno stato di male epilettico (SE) della durata media di 7,85 ore (deviazione standard: 0,40). Nessun ratto è deceduto in seguito a SE. Le lesioni sono state studiate sia acutamente (dopo 72 ore) sia a distanza dall’iniezione. Le aree maggiormente danneggiate, indipendentemente dal tempo considerato, sono state il CA3 dell’ippocampo, l’ilo del giro dentato, il subiculum, la corteccia entorinale mediale, il nucleo reuniens ed i nuclei olfattivi. È stata anche calcolata l’atrofia ippocampale negli animali che hanno presentato SRSs, la quale è risultata pari ad una riduzione del 25% rispetto all’ippocampo normale. L’intervallo di tempo intercorso fra la somministrazione di KA e la prima SRS è risultato pari a 13,5±3,29 giorni; la durata media delle SRSs è aumentata progressivamente per tutta la durata dello studio. Dopo aver verificato la comparsa di SRSs, è stato somministrato il levetiracetam e si è notato che solo la metà degli animali trattati ha risposto adeguatamente al farmaco riducendo notevolmente la frequenza delle SRSs. L’altra metà, invece, è risultata essere farmacoresistente. Inoltre, alla sospensione del trattamento si è osservato, in alcuni casi, un aumento della frequenza delle SRSs quando confrontate con la settimana precedente la somministrazione del farmaco. Questi risultati suggeriscono che il modello KA possa essere utilizzato per lo studio della farmacoresistenza.
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