Riassunto analitico
L’Italia è storicamente, insieme alla Francia, il Paese con la maggior produzione di vino al mondo, con volumi che variano tra i 40 e i 50 milioni di ettolitri prodotti ogni anno. La superficie occupata da vigneti in Italia è pari a 675818 ha, dei quali 55521 ha si trovano in Emilia-Romagna e 7558 ha nella provincia di Modena (Istat, 2011). Al fine di assicurare una produzione di uva sana e continua, è usanza comune provvedere alla potatura dei vigneti con cadenza annuale, durante i mesi più freddi dell’anno e successivi alla vendemmia. Ad oggi, i residui di potatura non costituiscono una fonte di guadagno per i viticoltori, bensì un costo. Infatti, considerando che la produttività media di sarmenti varia tra le 1.5 e le 3.5 t/ha (Puglia, Pedrazzi, Allesina, Morselli & Tartarini, 2017) (Barella, Paniz & Antonini, 2010), le quantità da smaltire ogni anno sono molto elevate e le soluzioni attualmente a disposizione presentano di gran lunga più controindicazioni che vantaggi. Generalmente, le due soluzioni alternative adottate per lo smaltimento delle potature sono: Bruciatura in campo, dopo aver provveduto alla raccolta e all’accatastamento dei sarmenti; Trinciatura in campo e interramento interfilare.
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