Riassunto analitico
ABSTRACT Questo lavoro di tesi è inserito nel più ampio quadro di indagini geo-archeologiche svolte nel sito archeologico di San Vincenzo a di Stromboli, a partire dall’anno 2009. L’area studiata si trova alle pendici di un vulcano attivo che ne condiziona significativamente la comprensione delle sequenze stratigrafiche e le operazioni di indagine. Secondo diversi studi, tra cui Ayala et al. (2012), la natura prevalentemente sabbiosa dei sedimenti vulcanoclastici non si presta alla formazione e conservazione di depositi antropici compatti. Le sequenze stratigrafiche riconosciute attestano la presenza umana a partire dall’età del Bronzo (ca. 6 ka), con periodi di sviluppo in età ellenistica e romana, fino all’epoca medievale (XIV-XV secolo d.C.). I livelli che attestano la frequentazione antropica sono alternati a livelli di abbandono, spesso riconducibili all’intensificarsi dell’attività vulcanica. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di caratterizzare i sedimenti delle sezioni stratigrafiche del sito archeologico dal punto vista granulometrico e cromatico, per definire la variabilità di questi parametri e verificare se possano rappresentare uno strumento discriminante rispetto alla cronologia e alla composizione petrografica e fornire così un contributo alla interpretazione dei processi formativi dei livelli archeologici. L’analisi granulometrica ha evidenziato che i sedimenti sono prevalentemente sabbie fini e sabbie medie, talvolta grossolane, piuttosto eterogenee senza variazioni significativamente tra le diverse zone del sito. Il selezionamento, mostra un intervallo piuttosto ristretto che oscilla tra sedimenti mal selezionati e molto mal selezionati, ma permette di distinguere i livelli antropici da quelli indisturbati e anche le diverse fasi cronologiche, mostrando sensibili differenze, in particolare, tra l’età del Bronzo e le epoche successive. Anche rispetto al colore il sorting risulta distinguere chiaramente i colori chiari e quelli più scuri rispetto ai marroni intermedi e grigiastri. Lo studio cromatico in laboratorio ha permesso di specificare meglio le variazioni del colore dei sedimenti rispetto alla classificazione speditiva eseguita direttamente sul campo. Le sabbie presentano varietà del colore marrone suddivisibili in undici gruppi diversi definiti come marroni giallastri, grigiastri, moderati e scuri. Lo studio petrografico delle sezioni sottili ha messo in luce che, rispetto alla composizione petrografica, la variazione del colore marrone sembra guidata dalla componente minerale primaria associata ad alterazione della fase vetrosa possibilmente di origine idrotermale di alta temperatura. Le elaborazioni statistiche dei parametri granulometrici e del colore evidenziano la possibilità di distinguere le fasi di presenza antropica da quelle disabitate o collocate esternamente al sito archeologico. Studi futuri potranno stabilire con maggiore dettaglio e a livello più puntuale la corrispondenza tra i colori individuati e i processi formativi interni alle fasi cronologiche in cui è attestata la presenza umana
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