Riassunto analitico
Il presente elaborato si pone come obiettivo quello di indagare, in un'ottica evolutiva, la configurazione attuale del sistema di tutela penale dell’ambiente nel nostro ordinamento giuridico alla luce degli interventi legislativi e degli apporti giurisprudenziali più significativi, rilevandone punti di forza e profili di criticità. La tutela giuridica dell’ambiente rappresenta oggi un tema particolarmente fecondo per la riflessione scientifica, nonché uno dei temi di maggiore attualità e vivo interesse. Invero, la proliferazione di complessi fenomeni e processi industriali incuranti delle delicate implicazioni ambientali ha suscitato nella società l’affermarsi di un crescente grado di attenzione e di sensibilizzazione verso l’ambiente. In tale contesto si è ravvisata dunque la necessità di ricorrere allo strumento penale come extrema ratio per apprestare una sua tutela più efficace ed incisiva. L’orizzonte tematico in cui si dipana la tutela dell’ambiente riveste un indubbio fascino per i penalisti per la rilevanza del bene giuridico tutelato, per la spiccata trasversalità della materia e, non da ultimo, per l'intreccio di disposizioni multilivello che governano il settore penale di riferimento. Nell’ambito di questa disamina si è voluto partire proprio dalla rilevanza costituzionale dell’ambiente allo scopo di metterne in risalto la portata, ancor prima di volgere l’attenzione al tema del bene giuridico ambiente e agli aspetti relativi al principio di offensività, alle tecniche di descrizione della modalità di offesa, nonché ai profili strutturali che caratterizzano l'illecito penale in materia ambientale. Parallelamente all’intervento penale del legislatore italiano, sull’attuale assetto normativo si registra altresì l’incidenza significativa delle fonti normative europee. Infatti, il diritto dell’ambiente costituisce la materia rispetto alla quale il processo di integrazione europea ha maggiormente plasmato il diritto penale. Inoltre, il tradizionale sistema penale a salvaguardia dell'ecosistema, incentrato su reati di natura contravvenzionale e sul modello di anticipazione della rilevanza penale della condotta, è stato innovato – seppur con ampie zone d’ombra – dalla legge n. 68/2015, che è intervenuta in materia di “ecoreati”, prevedendo fattispecie di tipo delittuoso imperniate direttamente sull’offesa all’ambiente. Infine, si prosegue l’analisi con un focus specifico sul ruolo creativo della giurisprudenza nel processo di tipizzazione della fattispecie di disastro ambientale – indubbiamente debitrice delle indicazioni e sollecitazioni provenienti dal c.d. diritto vivente – a partire dal delitto di disastro innominato ex art. 434 del codice penale.
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