Riassunto analitico
Tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo XX, l’America Latina ha vissuto un periodo drammatico caratterizzato da numerose violazioni dei diritti umani, fenomeno meglio conosciuto come “desaparición forzada”, un’epidemia di violenza che è entrata a far parte della quotidianità in una società governata dalla repressione militare. In contrapposizione al potere autoritario, il periodo post-dittatoriale ha visto il fiorire di un vasto movimento di testimonianza con l’obiettivo di chiedere giustizia, onorare il dovere della memoria e perseguire il riconoscimento legale delle violenze subite. La tesi si propone di esaminare il modo in cui l'esperienza traumatica sia dei desaparecidos, sia dei loro figli, appartenenti alla seconda generazione, prende vita attraverso la combinazione di parole e immagini. In particolare, si considerano Las cartas que no llegaron di Mauricio Rosencof e Cómo enterrar a un padre desaparecido di Sebastián Hacher Rivera, riconducibili al genere dell’autoficción, oltre alle mostre fotografiche Ausencias di Gustavo Germano e Buena Memoria di Marcelo Brodsky. Approfondire queste opere permette di dimostrare come lettere e fotografie, tracce tangibili della scomparsa e frammenti di memoria, non solo trasmettano ricordi, ma rendano visibile l’invisibile narrando l’assenza al tempo stesso in cui le danno forma concreta, restituiscono l’identità alle vittime e ricompongono i legami familiari spezzati.
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Abstract
Between the 1970s and the 1980s in Latin America, countless cases of human rights violation, a phenomenon better known as “desaparición forzada” became a daily occurrence in a society driven by violence. In opposition to the military regimes that ruled by terror and force, the post-dictatorship period witnessed the rise of an extensive movement of testimonies, aimed at seeking justice, responding to a duty of memory and serving as a legal tool.
The aim of this study is to examine how the traumatic experience of both the disappeared and their children, members of the second generation, are brought to life through a combination of words and images. Particular focus is given to Las cartas que no llegaron by Mauricio Rosencof and Cómo enterrar a un padre desaparecido by Sebastián Hacher Rivera, two works that belong to the genre of autoficción, as well as the photographic exhibitions Ausencias by Gustavo Germano and Buena Memoria by Marcelo Brodsky.
In-depth examination of these works demonstrates how letters and photographs, tangible traces of disappearance and fragments of memory, not only transmit memories, but also make the invisible visible narrating the absence while giving concrete form to it, restore the fragmented identity of the victims and recreate broken family ties.
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