Riassunto analitico
Background: L’epicondilite laterale è un disturbo muscoloscheletrico che interessa i tendini estensori dell'avambraccio che si inseriscono sull'epicondilo laterale dell'omero, principalmente il tendine dell’estensore radiale breve del carpo (ECRB). È una condizione comune che interessa principalmente sportivi e lavoratori tra i 30 e i 55 anni. È caratterizzata da dolore, sensibilità e debolezza. I principali fattori di rischio sono dovuti ad attività ripetitive, uso improprio dell’attrezzatura sportiva, traumi diretti che portano ad una serie di microtraumi a carico dei tendini. Per la gestione dell’epicondilite laterale è consigliato un approccio conservativo, che va da trattamenti fisici come esercizi, terapie manuali e terapie fisiche strumentali, ad approcci infiltrativi, fino ad arrivare in rari casi anche alla chirurgia.
Obiettivo: L’obiettivo di questa tesi è quello di ricercare le strategie più efficaci di trattamento conservativo per l’epicondilite laterale, tenendo conto sia dell’affidabilità del trattamento, che del periodo di tempo in cui si verificano i miglioramenti, dato importante in quanto questo disturbo si risolve nel tempo.
Materiali e metodi: La tesi consiste in una revisione narrativa della letteratura che è stata condotta a seguito della consultazione delle banche dati PubMed e Google Scholar. Sono stati presi in considerazione RCT, systematic review e meta-analisi, dal 2002 al 2024, che analizzassero i trattamenti e le tecniche di gestione conservativa dell’epicondilite laterale relative a pazienti con diagnosi confermata di LE attraverso le scale di valutazioni del dolore (VAS) e di disabilità e funzionalità del gomito (PRTEE).
Risultati: Al termine della selezione degli studi, i trattamenti che hanno avuti i miglioramenti più significativi sono stati quelli a favore dei gruppi sottoposti a esercizi terapeutici associati a terapie fisiche strumentale, per via dei minori rischi e dei benefici a lungo termine.
Conclusioni: È stata riscontrata la validità di molti interventi in riferimento agli obiettivi considerati, anche se quello che sembra essere più efficace nel medio/lungo termine rimane l’esercizio di rafforzamento, con un programma riabilitativo mirato e con benefici maggiori sulla riduzione del dolore se associato ad altre terapie fisiche.
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Abstract
Background: Lateral epicondylitis is a musculoskeletal disorder that affects the extensor tendons of the forearm that insert on the lateral epicondyle of the humerus, mainly the extensor carpi radialis brevis (ECRB) tendon. It is a common condition that mainly affects athletes and workers between the ages of 30 and 55. It is characterized by pain, sensitivity and weakness. The main risk factors are due to repetitive activities, improper use of sports equipment, direct trauma that leads to a series of microtraumas affecting the tendons. A conservative approach is recommended for the management of lateral epicondylitis, ranging from physical treatments such as exercises, manual therapies and instrumental physical therapies, to infiltrative approaches, up to and in rare cases even surgery. Objective: The objective of this thesis is to research the most effective conservative treatment strategies for lateral epicondylitis, taking into account both the reliability of the treatment and the period of time in which improvements occur, an important fact since this disorder resolves over time.
Materials and methods: The thesis consists of a narrative review of the literature that was conducted following the consultation of the PubMed and Google Scholar databases. RCTs, systematic reviews and meta-analyses were taken into consideration, from 2002 to 2024, that analyzed the treatments and conservative management techniques of lateral epicondylitis related to patients with a confirmed diagnosis of LE through the pain assessment scales (VAS) and disability and elbow functionality (PRTEE).
Results: At the end of the selection of the studies, the treatments that had the most significant improvements were those in favor of the groups subjected to therapeutic exercises associated with instrumental physical therapies, due to the lower risks and long-term benefits.
Conclusions: The validity of many interventions has been found in reference to the objectives considered, even if the one that seems to be more effective in the medium/long term remains the strengthening exercise, with a targeted rehabilitation program and with greater benefits on pain reduction if associated with other physical therapies.
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