Riassunto analitico
L’aria che respiriamo nella cabina aerea potrebbe essere contaminata dalle sostanze tossiche contenute negli oli lubrificanti per i propulsori, in quanto passa attraverso il motore, non è etere quindi filtrato. Le pale dei motori per girare costantemente necessitano di un olio sintetico che raggiunge una temperatura di oltre 450; il problema è che ci possono essere delle micro perdite che potrebbero contaminare l’aria che arriva in cabina con le sostanze contenute in questi oli e in quelli del sistema idraulico: sono organo-fosfati che se inalati sono altamente tossici per l’uomo. Ad oggi non esistono ancora studi scientifici che possano dimostrate il nesso tra l’aria in cabina e la sindrome aerotossica, ma nonostante ciò, nel mondo iniziano ad essere vinte le prime cause contro le compagnie aeree relative all’inalazione di queste sostanze oleose, ritenute pericolose e che quindi non dovrebbero essere inspirati, nè dal personale dell’equipaggio, nè dai passeggeri. Lo scopo di questo elaborato di tesi è quello di approfondire la tematica relativa all’importanza e al riconoscimento a livello nazionale ed internazionale della sindrome aerotossica, come un problema reale ed esistente, da studiare, da riconoscere, da identificare preventivamente e soprattutto da tutelare attraverso una specifica regolamentazione. Un altro obiettivo è quello di tentare di promuovere una riflessione in tale ambito che ad oggi è ancora poco studiato e soprattutto non regolamentato, in particolare in Italia dove si stenta a parlarne, proprio come se non esistesse, ovvero ancor peggio, come se non “dovesse esistere”. Il parlamento Europeo sta cercando di fare chiarezza sull’aria che respiriamo in aereo. Si parla dunque della “proposta di risoluzione del parlamento europeo sulla sindrome aerotossica”, e con questa invita la ricerca a studiare e compiere indagini scientifiche su questa sindrome. Inoltre ad oggi alcune case produttrici di aeromobili stanno cercando di ovviare il problema, andando a modificare l’impianto di condizionamento elettrico dei velivoli. I dati della ricerca mostrano che, gran parte degli eventi di toxic fume events che si verificano non vengono trattati in modo adeguato e il personale di volo non ha alcuna specifica procedura da mettere in atto. E' un problema difficile da dimostrare e la problematica ancora più complessa è che le stesse compagnie aeree commerciali non ne parlano proprio, per non essere poi eventualmente costrette a pagare gli eventuali risarcimenti danni che potrebbero derivarne. Dalle evidenze è inoltre emerso che benché la sindrome aerotossica e i noti rischi per la salute che comporta, associati a tale difetto di progettazione degli aerei, siano fenomeni sempre più conosciuti; sono stati compiuti pochi sforzi volti a esaminare a fondo il problema e ad affrontare seriamente la questione. Non è sufficientemente promuovere solo la ricerca scientifica che risulta comunque essere un fattore fondamentale per ottenere elementi sulla sindrome aerotossica, deve verificare se le persone in volo siano soggette a un'esposizione nociva e, in caso affermativo, di far fronte con tutte le responsabilità relative alla medesima questione. Di conseguenza, in aria, la salute e la sicurezza di migliaia di persone restano potenzialmente minacciate; a terra, pochissimi medici sono di fatto al corrente di questa sindrome e non esistono orientamenti nazionali per le procedure diagnostiche. La ricerca dovrebbe essere sviluppata in futuro proprio per far emergere, anche nel nostro Paese, la necessità di garantire la sicurezza dei passeggeri e del personale di volo e per evitare che si sviluppino eventi avversi come conseguenza dell’avvento di un “toxic fume events”; oppure complicanze che aumentino la morbilità e la mortalità delle persone che volano.
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