Riassunto analitico
“Vale la pena leggere ancora i classici della letteratura per l’infanzia a scuola?" Qualcuno se lo chiede ancora, visto e considerato che l’editoria per l’infanzia è in continua espansione con nuove proposte accattivanti e nuovi titoli; ma a ben vedere Italo Calvino aveva già risposto a questa domanda a suo tempo nel suo Perché leggere i classici (1991), e la risposta è sempre sì. Questa certezza proviene dalla convinzione che molti classici siano tuttora attuali sebbene appartengano ad una generazione anagrafica, temporale e anche sociale differente; nonostante questo, qualcosa da dire lo avrebbero ancora, sia a noi, che scopriremmo oggi nuovi livelli di interpretazione di quelle vicende, sia ai bambini e ai ragazzi, sempre alla ricerca di avventure avvincenti e di personaggi in cui identificarsi. Ma in quali versioni possiamo proporli ai nostri alunni di oggi, in una realtà che vede i ragazzi sempre più lontani dal libro e dalla pratica della lettura? L’obiettivo del presente lavoro di tesi è proprio quello di analizzare alcune recenti rimediazioni dei classici portate sul mercato dall’innovativa casa editrice L’Ippocampo in due differenti vesti editoriali: una realizzata in collaborazione con lo studio grafico MinaLima, ricca di effetti speciali, e una illustrata dall’intensa mano dell’autore francese Benjamin Lacombe. In queste due nuove versioni, che ribaltano completamente la concezione del libro visto come un medium statico, i classici hanno incontrato una nuova veste grafica e quasi sceno-grafica, capace di rendere l’esperienza della lettura qualcosa che trascina letteralmente il proprio pubblico “nella tana del Bianconiglio”, attraverso porticine che si aprono e pagine che si ampliano rivelando illustrazioni di grandi dimensioni capaci di catturare lo sguardo e l’interesse del bambino. In particolare, la specificità di queste edizioni verrà letta alla luce dell’analisi della storia della letteratura per l’infanzia, nata come un genere minore (primo capitolo) per poi passare ad approfondire il ruolo delle immagini (secondo capitolo), anch’esse considerate da sempre un medium subalterno rispetto al testo scritto ma che in realtà possono apportare un contributo significativo sia nei processi di avvicinamento al libro, sia nella stimolazione delle abilità di comprensione. Infine, negli ultimi due capitoli andremo ad osservare direttamente la ricchezza di queste nuove versioni per comprendere al meglio le potenzialità di tali proposte ibride e crossmediali alla luce di quanto detto nei capitoli precedenti.
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