Riassunto analitico
Questa tesi mira a studiare una figura particolarmente controversa della storia romana: quella di Silla e della sua dittatura, analizzando la rilevanza politica che ebbe nella lenta disgregazione della repubblica romana. Dopo una necessaria panoramica storica si passerà alla rassegna della carriera politica di Silla, per poi passare alla vittoria della guerra civile fino alla definitiva ascesa al potere assoluto. La mia ricerca dimostrerà come il dittatore si trovi nel suo agire in una posizione esattamente a cavallo tra repubblica e monarchia, mantenendo da un lato un certo rispetto per le vecchie istituzioni repubblicane, ma dall’altro cercando surrettiziamente di depotenziarle nella conquista del potere assoluto. Vedremo come la sua articolata riforma costituzionale, partendo da quella del senato e dal depotenziamento del tribunato, fino a giungere alla riforma del processo penale e alla creazione delle quaestiones perpetuae, fosse solo apparentemente volta alla restaurazione della repubblica, ma in realtà l’andasse a dar vita ad un organismo nuovo sovvertendo i vecchi equilibri di potere. Per capire a fondo l’innovativa azione politica di Silla si è poi proceduto a un’attività comparativa con l’operato di Cesare e di Ottaviano, per i quali Silla rappresenta certamente un illustre antesignano. Si metteranno in evidenza tutti i punti di contatto tra il dittatore e i due grandi condottieri giunti dopo di lui, evidenziando in particolare il differente approccio che i tre ebbero nei confronti dell’imperium e del senato, ormai divenuto un ingombrante avversario politico. Il lavoro si concluderà con una riflessione sull’ambiguità del personaggio politico di Silla, perfettamente a cavallo tra Repubblica e Impero, un uomo che era sì spinto dalla brama di potere, tipica del sovrano assoluto, ma che dimostrava nelle sue scelte ancora un certo rispetto verso la repubblica e le sue istituzioni.
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