Riassunto analitico
Il lavoro si propone, previa analisi, anche in prospettiva diacronica, dei punti più controversi dell'attuale disciplina giuridica dell'istituto, di fornire legittimazione alla natura preventiva della confisca ex art. 24, Codice Antimafia. Contrariamente alle tesi sostenute da una parte della dottrina che attribuisce allo strumento ablatorio natura sanzionatoria, concludendo per la sua incompatibilità con il dettato costituzionale e convenzionale, sul presupposto che all'afflittività degli effetti del relativo provvedimento non farebbe da contraltare l'insieme delle garanzie tipiche del processo penale, la confisca antimafia, anche nel mutato contesto normativo, gioca un ruolo fondamentale nel contrasto, in chiave preventiva, all'accumulo di capitali illeciti da parte delle organizzazioni criminali, in particolare di stampo mafioso. Al riconoscimento della natura preventiva dell'istituto, tesi avallata dalle pronunce della giurisprudenza sia nazionale sia sovranazionale, si giunge attraverso l'adozione di un approccio ermeneutico costituzionalmente e convenzionalmente orientato che, nel conferire alla misura patrimoniale una fisionomia compatibile con il corredo di garanzie che devono presiedere all'incisione del diritto di proprietà, valorizzi la sua funzione politico-criminale di neutralizzazione dei proventi geneticamente illeciti e conseguente incapacitazione, sul piano economico, del sodalizio criminale.
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