Riassunto analitico
Il fenomeno migratorio, fin dai suoi esordi ,ha sortito un effetto dirompente nelle città italiane che, in quanto enti di prossimità, diventano il luogo privilegiato in cui le dinamiche della globalizzazione e le prepotenti trasformazioni socio-economiche del nostro tempo si esplicano e prendono forma in tutta la loro complessità, concretizzandosi come nodi problematici da districare anche e soprattutto a livello locale. Per quella che può essere definita una “coincidenza storica” l’esordio delle politiche di sicurezza urbana, nell’ambito di più ampie tendenze di decentramento di funzioni pubbliche, è coeva alla progressiva emersione del fenomeno migratorio nel territorio italiano. L’attenzione al tema della sicurezza urbana è una delle cause e, al tempo stesso conseguenza, dell’acuirsi della frattura sociale che segue il mutamento demografico nelle città, e la presenza straniera rappresenta uno degli elementi catalizzatori dell’insicurezza dei cittadini. L’emergenza migratoria degli ultimi anni ha maggiormente avvinto il controverso nesso che lega immigrazione e sicurezza e l’intento, che qui ci si prefigge, è quello di analizzare i molteplici fattori che contribuiscono ad alimentare un binomio che ha contraddistinto le politiche di immigrazione più repressive e intransigenti, informate alle logiche della “chiusura delle frontiere” e della “tolleranza zero” che rispondono e al tempo stesso alimentato il sentimento di insicurezza della popolazione autoctona, esasperato dalle narrative del terrore operate dai mass-media e dalla classe politica. Si tenta, infine, per quanto possibile, di misurare la distanza intercorrente tra la percezione di insicurezza legata al fenomeno migratorio e la realtà in quanto è questa la misura che permette di affrontare oculatamente un problema che non è più una emergenza.
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