Riassunto analitico
L' elaborato tratta della problematica della rilevanza penale del movente religioso nella commissione di reati e in particolare, della possibilità di inquadrarlo nelle circostanze attenuanti di cui all'articolo 62 numero uno del codice penale italiano. Nel primo capitolo, si affronta l'analisi del diritto di libertà religiosa in generale, partendo dal principio di laicità, come riconosciuto nell'ordinamento giuridico italiano e in quello dell'U.E. ; si passa poi allo studio del diritto in questione nella Costituzione e in particolare nell'art 19 e nella Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che lo riconosce all'articolo 9. Viene effettuata un'analisi di queste due disposizioni, dal punto di vista del contenuto del diritto di culto e dei suoi limiti, anche prendendo in considerazione l'interpretazione che ne viene data dalla giurisprudenza ( italiana ed europea). Il secondo capitolo tratta della rilevanza che possono avere le motivazioni religiose come causa di giustificazione, ai sensi dell'articolo 51 comma 1 del nostro codice penale. Essendo questa esimente, inapplicabile laddove venga violato il limite costituzionale del “buon costume” , si inizia con un'analisi di questo limite e dell'interpretazione che ne viene data alla luce della Carta Costituzionale. Segue lo studio di una serie di esempi di confessioni che praticano riti contrari al buon costume con un'analisi sull'applicabilità o meno della causa di giustificazione. Il terzo capitolo è dedicato allo studio della rilevanza delle motivazioni religiose come circostanze attenuanti comuni rientranti nel numero 1 dell'articolo 62 del codice penale, cioé come “ motivi di particolare valore morale o sociale”; il capitolo analizza questo istituto e alcuni casi giudiziari in cui è stata presa in considerazione o applicata proprio con riferimento alle motivazioni di carattere religioso.
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